La violenza nazista durante la Seconda Guerra Mondiale

Nel quadro del corso regionale di formazione per docenti sul tema “La violenza dal fascismo alla resistenza” organizzato dalla rete degli Istituti per la storia della Resistenza del veneto in collaborazione con l’ufficio scolastico regionale veneto, l’Istituto Storico Bellunese della Resistenza e dell’Età Contemporanea in collaborazione con l’Istituto Secondario di II Grado “Catullo” di Belluno organizza il corso di aggiornamento “La violenza nazista durante la seconda guerra mondiale” volto ad indagare in quali forme si dispiegò il controllo e l’uso della violenza tedesca nella Operationszone Alpenvorland (la zona d’operazioni delle Prealpi) nel corso della seconda guerra mondiale. Gli incontri, destinati a docenti di ogni ordine e grado e aperto agli studenti delle scuole superiori della provincia, si svolgeranno presso l’aula magna dell’Istituto Secondario di II Grado “Catullo”, sito in via Garibaldi 10, a Belluno.

Il corso, che vedrà la partecipazione di quattro relatori e affronterà il tema da diverse prospettive, si articola nei tre seguenti incontri:

venerdì 13 febbraio 2015, ore 15.30
Carlo Fumian (Università di Padova)
Guerra e violenza: nuove prospettive storiche

In troppi pensano che la storia sia un ininterrotto «quadro di delitti e sventure», o che le guerre e in generale la violenza siano un elemento costante della vita umana e per di più, grazie allo sviluppo tecnologico, di crescente, terrificante capacità distruttiva. O che tutto sia sempre uguale, e che la storia altro non sia che un mare di guerre con piccole isole di pace. Invece, come già stigmatizzava David Hume, «il gusto di biasimare il presente e di ammirare il passato è profondamente radicato nella natura umana e influenza anche le persone dotate della maggiore intelligenza e della più vasta cultura». O per dirla con Henry Maine (giurista statunitense del XIX secolo), «La guerra sembra essere antica quanto l’umanità, ma la pace è un’invenzione moderna». Nuovi, recenti studi permettono di confutare queste radicate visioni, e problematizzare il tema della guerra e della violenza sul lungo periodo, con risultati anche sorprendenti, che sfidano le nostre più radicate convinzioni. Sarà allora vero che «stiamo vivendo nella meno violenta epoca della storia»?

Carlo Fumian è professore ordinario presso l’Università di Padova, dove insegna storia contemporanea e storia globale, ed è Direttore del Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea. Tra i suoi lavori: Possidenti. Le élites agrarie tra Otto e Novecento, Meridiana Libri, Roma 1996; Verso una società planetaria. Alle origini della globalizzazione contemporanea (1870-1914), Donzelli, Roma 2003; La città del lavoro. Un’utopia agroindustriale nel Veneto contemporaneo, Marsilio, Venezia 2010 (seconda ed. riveduta e ampliata); Terrore rosso. Dall’Autonomia al Partito armato (con Pietro Calogero e Michele Sartori), Laterza, Bari-Roma 2010; Traiettorie del declino economico italiano, in L’Italia contemporanea dagli anni Ottanta a oggi, a cura di Silvio Pons, Adriano Ricucci e Federico Romero, Carocci, Roma 2014.

venerdì 20 febbraio 2015, ore 15,30
Giovanni Perenzin (Anpi, Isbrec)
Azioni partigiane e rappresaglie nazi-fasciste nel bellunese

Sottoposta al controllo delle autorità militari tedesche a partire dal 10 settembre 1943 e sino alla conclusione del conflitto, la provincia di Belluno dovette conoscere e subire numerosi episodi di violenza nazista. Ci fu una relazione tra questa e lo sviluppo del movimento partigiano? Come si dispiego tale violenza e con quali catastrofici esiti? Queste alcune domande cui l’incontro cercherà di dare risposta.

Laureato in Filosofia, Giovanni Perenzin ha insegnato materie letterarie presso la scuola media “Gino Rocca” di Feltre promuovendo progetti relativi alla didattica della storia e dell’ambiente, sfociati in diverse pubblicazioni. È stato per due mandati presidente del Distretto Scolastico di Feltre per il quale ha promosso la pubblicazione della Guida didattica al territorio feltrino. Per la Scuola Materna “Sanguinazzi” di Feltre, di cui è stato presidente,  ha pubblicato il quaderno didattico, Stagioni e Santi popolari. È collaboratore della rivista Protagonisti dell’Isbrec, per le cui edizioni ha curato la pubblicazione del libro di Giovanni Fant Resistenza e passione civile. e Comunisti e Cattolici nella Resistenza feltrina.

venerdì 27 febbraio 2015, ore 15,30
Adriana Lotto (Isbrec)
Donne e violenza

Il rapporto tra le donne e la violenza è stato nei momenti cruciali della storia del Novecento complesso e variegato. Per comodità l’indagine, che dal punto di vista della riflessione teorica si avvarrà dei contributi del pensiero della differenza sessuale, si snoderà lungo quattro direzioni: quella della violenza subita, quella della violenza agita, quella della violenza assistita e quella della violenza rifiutata esaminate in particolare dentro il contesto della seconda guerra mondiale e della resistenza.

Adriana Lotto insegna Lettere presso il Liceo Scientifico “Galilei” di Belluno. Ha insegnato Storia contemporanea presso la Facoltà di Lingue straniere dello IULM di Milano, sede di Feltre, dal 1997 al 2003. Ha presieduto e presiede istituzioni culturali locali tra cui la Biblioteca Civica di Belluno, l’Isbrec e L’Associazione Culturale “Tina Merlin”. Ha diretto per dieci anni con Bruna Bianchi, e vi ha scritto, DEP Deportate, esuli, profughe, rivista telematica di studi sulla memoria femminile dell’Università di Venezia. Ha curato per l’Enciclopedia Italiana “G.Treccani” on-line quattro lezioni sulla Filosofia della differenza (2013). È autrice di libri, saggi e articoli di storia contemporanea, soprattutto su guerra e resistenza, emigrazione e deportazione, con particolare attenzione alla storia delle donne.

Arnaldo Loner
Il Lager di Bolzano come luogo di sofferenza e morte. La violenza nazista come strumento e come obbiettivo finale

Luogo di violenza e sopraffazione per antonomasia, i campi di concentramento restano nell’immaginario uno degli spazi dove con più ferocia si realizzò la brutalità nazista. A Bolzano dall’estate del 1944 fu attivo un Lager in cui furono deportati circa 10.000 prigionieri. Nato come campo di transito, riservato cioè ad accogliere prigionieri destinati ad essere successivamente trasferiti nel III Reich, fu però anche luogo di soprusi e morte. L’incontro mira a ricostruire il quadro delle violenze consumate entro il campo di via Resia e i suoi numerosi sottocampi, con particolare riferimento ad uno dei suoi più feroci aguzzini, Michael Seifert.

Arnaldo Loner è nato a Bolzano nel 1934. È avvocato, libero professionista. Più volte Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bolzano e già membro del Consiglio Nazionale Forense, è stato difensore della parte civile, Comune di Bolzano, nel processo contro l’aguzzino del Lager di Bolzano Michael Seifert. Ha tenuto numerose relazioni e conferenze sul processo Seifert, sul Lager di Bolzano, sul negazionismo. È autore di numerose pubblicazioni sulla antica vedutistica delle Dolomiti e dell’Alto Adige e Trentino.

L’Isbrec è associato all’INSMLI (Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia), ente accreditato per la formazione degli insegnanti.