Voci di partigiane venete

“Ci sentivamo dalla parte giusta, lottavamo per la liberta, per essere liberi…». Trentaquattro partigiane venete raccontano di sé, ma anche delle compagne una schiera di donne diverse per età, cultura e appartenenza che, dope l’8 settembre 1943, hanno scelto la Resistenza contro il nazifascismo. Da allora non hanno mai smesso di battersi per affermare pace, liberta, democrazia e giustizia, quei valori in nome dei quali hanno combattuto, resistendo a violenze e deportazioni, e che vogliono trasmettere alle ragazze e ai ragazzi di oggi.

Questo il tema del libro Voci di partigiane venete, a cura di Maria Teresa Sega (rEsistenze, Cierre, 2016) che verrà presentato il 31 maggio alle ore ore 18,30 presso Palazzo Borgasio in via Luzzo 22 a Feltre e che raccoglie anche la testiminianza delle bellunesi Rosetta Cagnati, Flora De Martini, Amalia Gorza.

voci di partigiane venete001Intervengono:
Maria Rita Gentilin Segretaria Spi-Cgil e Coord. Donne Spi-Cgil
Paola Salomon Presidente Isbrec
Giovanni Perenzin Presidente ANPI Feltre
Letture di brani tratti da alcune testimonianze a cura di Silvana
Vignaga

L’incontro, organizzato e promosso da Isbrec, Spi-Cgil Belluno, Coordinamento donne dello Spi di Belluno, Fondazione Società Bellunese e Anpi, vanta il patrocinio del Comune di Feltre.
Visualizza la locandina qui

Ingresso libero

Dal risvolto di copertina:

Sono raccolte in questo libro 34 “voci di partigiane venete”, diverse per età, appartenenza territoriale – le sette province venete – sociale, culturale e politica: contadine della montagna e della pianura, operaie, maestre, studentesse. Madri e figlie. Giovani e anziane. Bambine.

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Belluno, piazza Duomo, maggio 1945. Staffette bellunesi festeggiano la Liberazione (Archivio fotografico Isbrec, fondo “Resistenza”)

Raccontano di sé, ma anche delle compagne e danno voce a quelle che non sono presenti. Ne risulta “un’altra storia” del Movimento di Liberazione, dove agisce unapluralità di soggetti, saltano i confini tra pubblico e privato, ragione e sentimenti e si aprono spazi di protagonismo impensabili per le donne.
Sono storie di vita in guerra, in un momento durissimo nel quale si sono trovate a dover fare scelte drammatiche. Hanno scelto, dopo l’8 settembre ’43, di stare “dalla parte giusta”, spinte dal rifiuto della guerra, dall’insofferenza verso un regime opprimente, dall’impossibilità di sopportare le ingiustizie e le violenze quotidiane, dalla necessita di salvare le vite. Non si poteva rimanere indifferenti vedendo i giovani rastrellati impiccati penzolare dagli alberi, gli ebrei portati via, le case bruciate, i partigiani fucilati lasciati insepolti sui bordi delle strade. “Non è giusto ubbidire ad una legge ingiusta”, ha detto Tina Anselmi, bisogna opporsi a1 senso di fatalità e di passività, essere partecipi. Disobbedire. E quando padri, fratelli e compagni prendono le armi per resistere al nazifascismo, sono anche loro, indispensabili messaggere, vivandiere, staffette, infermiere, combattenti in armi se necessario; condividono disagi, paure, fughe, violenze. E speranze.

Con scritti di
Luigina Badiale, Laura Bellina, Luisa Bellina, Valentina Catania, Maria Teresa Sega, Sonia Residori, Paola Salomon

Testimonianze di
Cecilia Wilma Ballarin, Luciana Bellunato, Delfina Borgato, Rosetta Cagnati. Teresa, Casagrande, Luigina Castagna, Marcella Dallan, Flora De Martini, Clara Doralice, Concetta Fiorio, Sofia Gobbo, Amalia Gorza, Matilde Lenotti, Eleonora Lista, Rina, Lorenzon, Anna Maria Lorenzoni, Caterina Martello, Adriana Martignoni, Liliana, Martini, Flavia Mazzali, Ines Mumeni, Teresa Peghin, Pierina Penezzato, Wally e, Noemi Pianegonda, Tecla Luciana Piva, Anna Pozzani, Lucia Pugno, Rina Somaggio, Magda Tralli, Mafalda “Maria” Travaglini, Lina Tridenti, Nedda Zanfranceschi, Ester, Zille, Maria Zonta