Italia repubblicana. 70 anni di storia da insegnare

Cosa direste se della Shoah, della Resistenza o del fascismo avessimo a disposizione soltanto “quelli che ricordano”? E se la loro memoria non fosse obbligata costantemente a confrontarsi con la ricostruzione storica? Questo è spesso ciò che accade per la storia repubblicana. I suoi settant’anni di vita, la cui conoscenza è decisiva per la comprensione del presente, per l’orientamento sociale dei nostri allievi e per la loro formazione civile, sono poco studiati in classe. Le conoscenze che i nostri allievi posseggono, sono in gran parte quelle che provengono dai ricordi familiari e dai media. Eppure, negli ultimi decenni, la ricerca storica ha prodotto molti studi che sono un punto di riferimento fondamentale per la conoscenza storica di questi settanta anni.
Mettere in contatto gli studi storici con la scuola e dare agli insegnanti strumenti per riuscire ad insegnare questa storia è l’obiettivo del corso di aggiornamento Italia repubblicana. 70 anni di storia da insegnare, organizzato dall’Istituto Storico Bellunese della Resistenza e dell’Età Contemporanea nel quadro di un progetto regionale pensato dagli Istituti della Resistenza del Veneto in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto.
Il corso, che si svolgerà presso l’aula magna dell’Istituto “Catullo, via Garibaldi, 10 a Belluno, si articolerà in quattro incontri, durante i quali sarà offerto un inquadramento storico della storia dell’Italia repubblicana, saranno presentate linee di didattica della storia contemporanea, verranno presentati e messi a disposizione dei partecipanti percorsi didattici spendibili in classe, verrà indagato come il cinema italiano ha raccontato la storia del nostro paese dal secondo dopoguerra.

Programma

Martedì 14 marzo 2017, ore 15.00-17.00
Antonio Brusa (Università di Bari, Insmli)
Il curricolo di storia del ’900: temi e nodi concettuali
Il Novecento è divenuto obbligatoriamente argomento di studio dell’ultimo anno delle scuole secondarie di primo e secondo grado, eppure si fa ancora fatica ad andare oltre la seconda guerra mondiale. Che fare con gli ultimi 70 anni di storia? Quali i temi centrali e le proposte didattiche più efficaci per la loro trattazione a scuola? Sono le domande cui cercherà di dare risposta uno dei maggiori esperti di didattica della storia in Italia.
Antonio Brusa docente di Didattica della Storia all’Università di Bari, è tra i massimi esperti italiani della materia. Autore di numerosi manuali di storia per le scuole, dirige la rivista on-line Novecento.org. Didattica della storia in rete. Fa parte della commissione didattica dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, è direttore della Summer School dell’Insmli, giunta nel 2016 alla terza edizione. Tra le sue pubblicazioni si ricorda Guida al manuale di storia (1985), La programmazione di storia (1993), Storia e geografia: qualche proposta di vantaggiosa coabitazione, in “Geotema” (2002), Si ricomincia a discutere di storia? in www.storiairreer.it(2006).

Mercoledì 29 marzo 2017, ore 15.00-17.00
Chiara Fragiacomo (Irsml); Nadia Olivieri (IVrR); Enrico Bacchetti (Isbrec)
Percorsi didattici per l’insegnamento della storia dell’Italia contemporanea
L’incontro intende presentare alcuni percorsi didattici realizzati secondo il modello dello studio di caso da docenti distaccati dal Ministero dell’Istruzione presso gli Istituti storici della Resistenza italiani. In particolare si esamineranno proposte didattiche legate ai temi del Vajont, del caso Moro e della mafia.
Chiara Fragiacomo è docente comandata presso l’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia presso il quale si occupa della gestione delle attività e iniziative didattiche. È autrice, tra l’altro, di Cuore e mente altrove: biografie femminili dell’antifascismo friulano in esilio (in Storia Contemporanea in Friuli, n.46, 2016), di Sarà ancora bello. Storie di donne della Venezia Giulia tra fascismo, Resistenza e dopoguerra, assieme a Silva Bon, Marina Rossi e Anna Di Gianantonio (2004).
Nadia Olivieri è docente comandata presso l’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, per il quale segue le attività didattiche. Ha pubblicato diversi saggi di storia economica e industriale ed è esperta di Cooperative Learning. Tra i suoi lavori Opifici, manifatture, industrie (con foto di Enzo e Raffaello Bassotto) (1990), Il lanificio Tiberghien fra storia e memoria (2007), Cooperare per apprendere insieme. Una ricerca-azione per valorizzare la professionalità docente con Stefania Lamberti e Marta Milani (2016).
Enrico Bacchetti è docente comandato presso l’Isbrec, di cui è anche direttore. Segue per l’Istituto la sezione didattica. È autore, tra l’altro di Statuti di Belluno del 1392 nella trascrizione di età veneziana (2002), delle antologie di statuti di Belluno, Rovereto e Cavarzere, di articoli di storia medievale e contemporanea.

Martedì 4 aprile 2017, ore 15.00-17.00
Alberto De Bernardi (Università di Bologna, Insmli)
Per una storia dell’Italia repubblicana. Periodizzazioni e snodi
La conoscenza della storia dell’Italia del secondo dopoguerra è fondamentale per la comprensione del presente. Numerosi studi storiografici ne hanno ormai definito gli snodi strutturali e possono offrire agli insegnanti periodizzazioni e tematizzazioni utilizzabili. L’incontro vuole offrire strumenti concettuali per affrontare con sicurezza la storia degli anni a noi più vicini.
Alberto De Bernardi dal 2009 insegna Storia globale presso l’Università di Bologna. Ha fondato la rivista “Storicamente” (2005-2015), è membro dei comitati scientifici e direttivi delle riviste “Società e storia”, “Storia in Lombardia”, “Italia contemporanea”. Nelle sue ricerche si occupa di storia sociale, fascismo e antifascismo, Italia repubblicana. L’Italia del secondo dopoguerra è stata analizzata mettendo a fuoco sia le eredità dell’antifascismo nella costruzione della repubblica, sia la centralità degli anni settanta e dei movimenti di protesta, sia focalizzando i cambiamenti dell’ultimo trentennio. Tra le sue pubblicazioni si ricorda Un paese in bilico. L’Italia degli ultimi trent’anni (2014), Il Sessantotto: un nodo storiografico ancora aperto, in Per continuare il dialogo… gli amici ad Angelo Varni. Tomo I,  a cura di A. Malfitano, A. Preti, F. Tarozzi (2014) e I movimenti di protesta e la lunga depressione dell’economia italiana, in Gli anni settanta. tra crisi mondiale e movimenti collettivi, che ha curato assieme a V. Romitelli e C. Cretella (2010). È presidente dell’Istituto “Parri” di Bologna e vicepresidente dell’Istituto Nazionale per il Movimento di Liberazione in Italia.

Lunedì 10 aprile 2017, ore 15.00-18.00
Mirco Melanco (Università di Padova)
Riflessioni cinematografiche sull’Italia repubblicana in costante trasformazione
L’incontro verte sul rapporto tra cinema e storia dell’Italia repubblicana. Attraverso visione di spezzoni di film e documentari, si verificherà come la settima arte sia fonte di storia in quanto specchio dei cambiamenti avvenuti nel secondo dopoguerra.
Mirco Melanco è professore associato di cinema, televisione, fotografia e produzioni multimediali all’Università di Padova, dove insegna Cinematografia documentaria e Storia e teoria della sceneggiatura. Dal 1990 si interessa di storia del cinema applicata alla storia contemporanea o di studi sulle avanguardie cinematografiche come l’underground e il cinema di Andy Warhol. Ha scritto numerosi libri e saggi pubblicati da editori come la Fondazione Giovanni Agnelli,  Marsilio, Liguori, Einaudi. Oltre l’ottantina i documentari e le videoinstallazioni da lui dirette per mostre promosse da Istituzioni come Solomon R. Guggenheim Museum (New York), Triennale di Milano, Mart di Rovereto. Il suo documentario “La montagna infranta (Vajont 1963-2003)” ha vinto il Timelinefilm Festival 2014 per la sezione dedicata ai laboratori universitari europei di cui è docente presso il Dipartimento dei Beni Culturali.

L’Isbrec, in quanto associato all’INSMLI (Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia), che è agenzia formativa accreditata presso il Miur, potrà rilasciare un attestato di partecipazione. La partecipazione al corso è libera e gratuita.