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Presentazione del libro “Si fa presto a dire spia”

In occasione dell’80° della Liberazione nonché dell’80° anniversario dei tragici eventi che si consumarono al Bosco delle Castagne (10 marzo 1945) e di piazza dei Martiri (17 marzo 1945) a Belluno, Anpi Belluno, Isbrec e Associazione culturale Tina Merlin organizzano la presentazione del libro di Toni Sirena, Si fa presto a dire spia. Alpenvorland 1943-45 una controversa vicenda della Resistenza (Cierre, 2025). L’appuntamento è per giovedì 27 marzo alle ore 17.15 in sala “Bianchi”, viale Fantuzzi 11 a Belluno. Dopo i saluti, l’autore dialogherà con Sonia Residori (Università di Padova).

La cittadinanza è invitata

Il volume 
Si fa presto a dire spia. C’è la spia prezzolata, chi parla sotto tortura, chi cede per minaccia o per paura. Chi viene paracadutato dietro le linee nemiche per operare sabotaggi o raccogliere informazioni. Chi, una volta catturato, per salvare la pelle sceglie di fare il doppio gioco e talvolta il triplo. E c’è anche chi, accusato di aver fatto la spia, viene ucciso dopo la fine della guerra per salvare altri. Questo libro, tra storia e racconto, ricostruisce una vicenda reale, avvenuta durante la Resistenza tra il 1944 e 1945 nella Zona di operazione delle Prealpi, l’Alpenvorland O.Z., diventata provincia del Reich. Il libro illumina alcune questioni finora non risolte: come la Gestapo riuscì a risalire ai vertici della Resistenza, arrestando tutti i membri del Cln di Bolzano e del Cln regionale veneto; come fu catturato a Cortina e perché in seguito assassinato a Bolzano l’agente americano Steve Hall; chi era in realtà la misteriosa e affascinante Isabel de Obligado e quale ruolo svolse nel Bellunese; quali erano i contrasti interni all’apparato repressivo delle SS; per quale motivo reale nel maggio del 1945 fu ucciso dagli americani Cesare Caramalli, “Tell”, partigiano della brigata garibaldina Calvi che operava in Cadore.

L’autore 
Toni Sirena, giornalista e ricercatore storico, è nato e vive a Belluno. ha lavorato dal 1984 per la “Nuova Venezia”, il “Mattino di Padova”, la “Tribuna di Treviso” e, dal 1994, “Il corriere delle Alpi”, “Trentino” e l’“Alto Adige”. Tra le sue numerose pubblicazioni si ricordano I delitti di Alleghe, le verità oscurate (2008), Morte al tiranno (2011), Il ponte delle disgrazie (2017), La Falcadina (2021). È membro del direttivo dell’Isbrec.

Anniversario dei Caduti per la Resistenza – Marzo 1945

Per l’organizzazione del Comune di Borgo Valbelluna, sabato 15 marzo, alle ore 10.30, a S. Antonio Tortal si terrà l’annuale cerimonia commemorativa volta a ricordare il tragico destino di 14 uomini che, decisi ad opporsi alla barbarie nazi-fascista, caddero sotto la violenza degli occupanti. La cerimonia si svolgerà presso il monumento ai Caduti e, dopo la deposizione della corona di alloro e un momento di preghiera, vedrà l’orazione ufficiale di Diego Cason (Presidente dell’Isbrec). Ci sarà infine un omaggio al cippo commemorativo dei Caduti della Guerra di Liberazione. Alla celebrazione parteciperanno gli studenti della Scuola media “Fratelli Schiocchet” di Trichiana.

Il momento più tragico, la comunità di S. Antonio lo visse proprio nel marzo del 1945. Le sorti del conflitto erano ormai segnate e il nazi-fascismo alle corde, ma in provincia di Belluno le forze tedesche non rinunciaronono a alla propria efferata violenza. Sono almeno quattro gli episodi da ricordare in Valbelluna e due proprio a S. Antonio. Il primo, a seguito di un rastrellamento condotto il giorno 6 assieme a fascisti provenienti dal Trevigiano, portò all’impiccagione il 10 marzo di sei uomini tra cui i quattro fratelli Schiocchet poi insigniti della Medaglia d’Argento.
Il 14 marzo poi furono impiccati altri quattro partigiani, arrestati durante il detto rastrellamento e successivamente condotti in carcere. Ma a questi episodi andrebbe aggiunta l’uccisione a freddo di due civili compiuta il 6 marzo sempre a S. Antonio da soldati tedeschi ubriachi.
Una macabra contabilità che rivela la ferocia nazista proprio mentre la fine del conflitto e la sconfitta si stavano inesorabilmente avvicinando. Possiamo immaginare, e le testimonianze successive lo confermano, lo sgomento dei familiari delle vittime e della comunità colpite da questi episodi. A distanza di 80 anni tale sgomento resta ancora vivo: quale futuro avrebbe atteso quegli uomini? Cosa avrebbero potuto dare alle comunità di cui facevano parte e alla nuova Italia? Certo questo vale anche per i morti dell’altra parte, tuttavia pensando a queste vite non possiamo dimenticare che il loro sacrificio contribuì alla fine di un ventennio di dittatura e alla nascita di un nuovo regime, questa volta fondato sulla libertà e i valori democratici in cui oggi ancora ci riconosciamo sia pure con tutti i limiti che vi possiamo scorgere.

La cittadinanza è invitata a partecipare

Commemorazione di piazza dei Martiri

Nel quadro del calendario civile del Comune di Belluno, lunedì 17 marzo si svolgerà la commemorazione dei quattro partigiani che il 17 marzo del 1945 furono impiccati dai nazisti in piazza dei Martiri, allora piazza Campedel. Salvatore Cacciatore, Giuseppe De Zordo, Valentino Andreani e Gianni Piazza, questi i quattro uomini che rappresentano ancor oggi, ad 80 anni di distanza, il più evidente e tragico esempio di cosa fu il nazi-fascismo.
L’appuntamento, organizzato dal Comune di Belluno in collaborazione con l’Anpi provinciale di Belluno, la Federazione Italiana Volontari della Libertà e l’Isbrec, avrà inizio alle ore 10.50 in piazza dei Martiri presso il monumento alla Resistenza che ricorda i tragici fatti del 1945. Alle ore 11.00 verrà posta una corona presso il monumento; seguiranno il saluto del Sindaco di Belluno, Oscar De Pellegrin, un intervento di Alessandro Agnoli (per la Consulta provinciale studentesca) e l’orazione ufficiale, affidata alla prof.ssa Adriana Lotto (Ass. cuturale Tina Merlin – Isbrec).

L’impiccagione dei quattro uomini fu la risposta nazista ad un’operazione partigiana che alcuni giorni prima aveva portato all’uccisione di alcuni fascisti bellunesi. I partigiani impiccati, tre bellunesi e un siciliano, non erano responsabili dell’operazione condotta dai compagni e furono dunque impiccati per pura rappresaglia, secondo una modalità tragicamente consueta ai nazisti. La popolazione di Belluno assistette sgomenta ai fatti e i negozi furono chiusi in segno di lutto e protesta. Assai significativa la decisione presa dal vescovo di Belluno Girolamo Bortignon: venuto a sapere dell’esecuzione, accorse in piazza e, nonostante le resistenze dei soldati di Hitler, si fece consegnare una scala, salì sui lampioni e diede l’estremo saluto ai quattro uomini. I corpi dei partigiani rimasero esposti per alcuni giorni, simbolo indecente della violenza nazista e del tiotale disprezzo per la vita e la dignita dei nemici uccisi.

La cittadinanza è invitata a partecipare 

Bosco della Castagne

Come di consueto, anche quest’anno si terrà la commemorazione dei dieci partigiani impiccati dai nazisti il 10 marzo 1945 al Bosco delle Castagne. L’incontro, rivolto a tutta la cittadinanza, si terrà domenica 9 marzo alle ore 10.00 presso il Bosco delle Castagne. L’iniziativa è organizzata dal Comune di Belluno in collaborazione con Isbrec, Anpi, Fvl, e si svolgerà secondo il seguente programma:

celebrazione della S. Messa
saluto del Vicesindaco di Belluno, Paolo Gamba
orazione ufficiale a cura di Renzo Savini, Presidente Anpi Ravenna

La cerimonia sarà accompagnata da canti eseguiti dal Coro della Casa dei Beni Comuni

Il 10 marzo 1945, 10 partigiani detenuti nelle celle della caserma “D’Angelo” di Belluno furono condotti dai soldati tedeschi al Bosco delle Castagne e lì, per rappresaglia, impiccati ai rami di alcuni alberi, oggi monumento alla barbarie nazi-fascista e luogo di commemorazione di quanti persero la vita in nome della Libertà.
Quel giorno, tuttavia, si contarono 11 vittime, giacché i nazisti, resisi conto di uno scambio di persona, rientrati in caserma provvidero a fucilare nel cortile il partigiano inizialmente indicato nell’elenco delle vittime.
Le vittime: Mario Pasi “Montagna” (nato nel 1913), Joseph (soldato francese), Francesco Bortot “Carnera” (1921), Marcello Boni “Nino” (1921), Pietro Bertanza “Portos” (1925), Giuseppe Como “Penna” (1925), Ruggero Fiabane “Rampa” (1917), Giovanni Cibien “Mino” (1925), Giovanni Candeago “Fiore” (1921), Giuseppe Santomaso “Franco” (1920). Fucilato in caserma: Cibien Giuseppe.

La cittadinanza è invitata ad intervenire

Politica di ieri, oggi e domani. Generazioni a confronto

Isbrec e Comitato Oltrado organizzano l’incontro “Politica di ieri, oggi e domani. Generazioni a confronto” che si svolgerà giovedì 27 febbraio alle ore 20.30 presso la Sala Parrocchiale di Cavarzano (Belluno). L’appuntamento consentirà di riscoprire la figura di Mario Svaluto Moreolo per molti decenni impegnato nell’attività politica e amministrativa del capoluogo nonché per molti anni parte attiva nel direttivo dell’Isbrec di cui è stato a lungo tesoriere. Ma l’incontro si presenta anche come occasione per riflettere sul tema della partecipazione alla vita politica delle nuove generazioni.

Coordinato da Pierluigi Svaluto Moreolo e introdotto da Christian De Pellegrin, l’incontro vedrà l’intervento di Francesco Piero Franchi (Isbrec) che proporrà un inquadramento storico e di Giovanni Crema, Luigi Panzan, Paolo Bello, Sindi Manushi, Davide Noro e Maria Dal Pan.

Ingresso libero

Vajont. Tra storia e diritto

Il 20 febbraio 1968 il giudice istruttore Mario Fabbri depositava la sentenza con la quale 9 imputati venivano rinviati a giudizio per il disastro del Vajont. La figura di Fabbri, l’importanza della sua sentenza sul piano giuridico, culturale e didattico nonché le ricadute di quella sentenza sulla giurisprudenza italiana saranno al centro dell’incontro “Vajont. Tra storia e diritto“, organizzato da Isbrec, Ordine degli Avvocati di Belluno, Anpi Belluno, Ass. culturale Tina Merlin e Archivio di Stato di Belluno.

L’incontro si terrà giovedì 20 febbraio alle ore 17.15 presso la sala “Bianchi”, in viale Fantuzzi 11 a Belluno e si svolgerà secondo il seguente programma.

Saluto
avv. Daniele Tormen (presidente dell’Ordine degli Avvocati di Belluno)

intervengono
prof. Maurizio Reberschak (già professore di Storia Contemporanea dell’Università di Venezia)
dott.ssa Silvia Miscellaneo (Archivio di Stato di Belluno)
dott. Enrico Bacchetti (direttore Isbrec)
arch. Irma Visalli (consulente patrimonio Unesco)
avv. Francesco Rasera Berna (foro di Belluno)
avv. Tullio Tandura (foro di Belluno)
dott. Massimo De Bortoli (Procuratore capo della Procura della Repubblica di Belluno)
sen. Felice Casson (già magistrato presso il Tribunale di Venezia)

coordina
avv. Gino Sperandio (Presidente Anpi Belluno

L’Ordine degli avvocati di Belluno riconosce 3 crediti formativi.

L’iniziativa si svolge con il patrocinio della Provincia di Belluno, il Comune di Belluno, il Comune di Longarone e della Camera penale di Belluno.

l’Ordine degli avvocati di Belluno riconosce 3 crediti formativi
La partecipazione è libera

Presentazione del libro “Le guerre di Umberto e Maria”

In occasione del Giorno della Memoria, Isbrec e Anpi Feltre organizzano la presentazione del libro Le guerre di Umberto e Maria. Corrispondenza 1943-1944 curato da Adriana Lotto e Vittoriano Speranza (Isbrec, 2023). L’incontro si terrà  lunedì 27 gennaio alle ore 20.30 a Feltre, presso l’Aula Magna Bonsembiante – Campus Tina Merlin.
L’appuntamento sarà introdotto da Enrico Bacchetti e vedrà la partecipazione dei curatori Adriana Lotto e Vittoriano Speranza. Passi delle lettere al centro della pubblicazione saranno letti e proposti da Nanni Dorigo.

Ingresso libero

Tra il 1941 e il 1943 alcuni giovani uomini delle famiglie Speranza e Da Rold di Orzes (Belluno) furono richiamati sotto le armi e mandati a combattere in Russia e sui fronti balcanico e greco-albanese. Nel gennaio 1943 Riccardo Speranza verrà dichiarato disperso in Russia. Dopo l’8 settembre Umberto e suo fratello Bruno, cugini di Riccardo, saranno catturati dalle truppe tedesche, tradotti nei campi di internamento in Germania e avviati al lavoro coatto. Medesima sorte toccherà a Ernesto Da Rold, fratello di Maria moglie di Umberto. Dalla prigionia, tutti e tre, ma soprattutto Umberto, scriveranno a casa, alla ricerca di quel sostegno morale, e in qualche misura anche materiale, che consentirà loro di non disperare, di resistere e infine di tornare.
Ora quelle lettere, conservate da Umberto e da Maria e rinvenute casualmente dal loro figlio Vittoriano, trovano spazio nel volume Le guerre di Umberto e Maria come pregnante testimonianza di un tempo buio che segnò, a volte irrimediabilmente, la vita e il destino di tante famiglie bellunesi. Alle introduzioni dei due curatori fa seguito la trascrizione delle lettere, curata dagli studenti Enzo Belo de Souza, Caterina Berletti, Jacopo De Biasi, Beatrice Olivotto e Ludovica Tazzara, degli Istituti secondari di II grado “Galilei-Tiziano” e “Renier” di Belluno.

I Belumat International raccontati da Giorgio Fornasier

Venerdì  17 gennaio 2025, per la Giornata nazionale del Dialetto e delle lingue vocali promossa dalle Pro Loco d’Italia, al Centro civico di Sospirolo, con inizio alle ore 20.45, sarà presentato al pubblico il film documentario biografico “I Belumat International raccontati da Giorgio Fornasier”. La serata è dedicata a Gianluigi Secco, più volte collaboratore della Pro Loco e presidente di giuria del Concorso letterario “Sospirolo tra leggende e misteri”.
Il documentario è stato prodotto dal Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Padova, insieme all’Isbrec. La Pro Loco Monti del Sole con la collaborazione del Comune di Sospirolo patrocina la serata. Partecipa all’organizzazione anche l’Associazione Bellunesi nel Mondo.
Entrata libera fino ad esaurimento dei posti a sedere (non è prevista prenotazione).

Il documentario verrà presentato dal prof. Mirco Melanco. Al termine della visione, ci sarà l’intervento degli studenti che hanno realizzato il documentario e un dibattito con Giorgio Fornasier, alcuni amici dei Belumat e i rappresentanti di istituzioni ed enti che organizzano l’evento.

Il documentario
Sei studenti del Dams frequentanti il Laboratorio per la realizzazione di documentari hanno realizzato, in circa un anno e mezzo di lavoro complessivo, questo filmato frutto di una lunga ricerca che lega il duo musicale bellunese all’identità veneta in Patria e nel Mondo. Il tema centrale su cui si sviluppa la trama del film è la grandissima popolarità che i Belumat hanno in tante nazioni dove sono emigrati i veneti nel corso degli ultimi due secoli. Il tema dell’emigrazione e del successo raggiunto dai Belumat anche all’estero, in quasi quattro decenni di attività, caratterizza la trama su cui si sviluppa questo film. Questa produzione ha molto coinvolto gli studenti che l’hanno realizzata, con lo scopo di mantenere in futuro memoria di tanta capacità artistica nel trasmettere la cultura e l’identità veneta al mondo intero. Essendo, qualche anno fa, scomparso Gianluigi (Gianni) Secco, autore dei testi delle canzoni, è toccato a Giorgio Fornasier, tenore e chitarrista, narrare la loro storia iniziata nel 1958. Il racconto spiega come I Belumat siano stati capaci di originare uno stile musicale e un linguaggio dialettale unico che è stato compreso e amato laddove si parla ‘talian, in Paesi come Argentina, Brasile, Messico, Canada, Arabia Saudita, per citarne alcuni di cui si parla nel filmato.

Il Laboratorio per la realizzazione di documentari del Dams dell’Università di Padova esiste fin dal 1991 e sono circa 1400 gli studenti che lo hanno frequentato, di cui circa 400 sono diventati professionisti nel mondo degli audiovisivi. Il responsabile scientifico del laboratorio è il Prof. Mirco Melanco. In 33 anni di attività sono stati realizzati circa 300 tra documentari, videosaggi e videotesi. Gli studenti hanno potuto apprendere il mestiere del filmmaker in ogni sua fase (dal soggetto alla sceneggiatura, dal montaggio alla post produzione). Numerosi sono stati i premi ricevuti ed elogi da parte di due Presidenti della Repubblica italiana come nel caso del filmato “Annarosa non muore. La Resistenza sulle Prealpi Bellunesi/Trevigiane 1943-1945)” con elogio scritto di Luigi Oscar Scalfaro o de “La Montagna Infranta. La tragedia del Vajont nel cinquantennale (1963-2013)” con Medaglia di Rappresentanza per la prima visione da parte del Presidente Giorgio Napolitano. Questi due filmati sono visibili nel portale Youtube dell’Isbrec.

Scheda tecnica
I Belumat International raccontati da Giorgio Fornasier
Produzione: Dipartimento dei Beni Culturali Università di Padova – “Laboratorio per la realizzazione di documentari” DAMS – Responsabile Scientifico Prof. Mirco Melanco e Supporto tecnico e Coordinamento Laboratoriale Dott. Vanni Cremasco, Anno Accademico 2022/2023; Istituto storico bellunese della Resistenza e dell’età contemporanea (Isbrec).
Soggetto e Produzione: Mirco Melanco
Ricerca e premontaggio: Samuele Grando, Maria Chiara Lavino, Antonio Minotti, Giada Tietto, Anna Pattis, Anna Ziggiotto
Regia e montaggio: Samuele Grando e Maria Chiara Lavino
Sceneggiatura: Samuele Grando, Maria Chiara Lavino, Antonio Minotti, Giada Tietto, Anna Ziggiotto
Riprese: Samuele Grando e Mirco Melanco
Aiuto regia: Antonio Minotti
Coordinamento tecnico: Vanni Cremasco e Savino Cancellara
Durata: 40 minuti circa – anno 2024

Le donne nella shoah

In occasione del Giorno della Memoria, sabato 18 gennaio alle ore 17.30, presso il Palazzo delle Contesse a Mel (Borgo Valbelluna), Isbrec e Anpi “La Spasema” organizzano la presentazione animata del libro “Le donne nella Shoah” di Bruna Bertolo (Susalibri, 2022). Insieme all’autrice interverrà e dialogherà con lei Adriana Lotto (Isbrec).
L’iniziativa vanta il patrocinio del Comune di Borgo Valbelluna.

Ingresso libero

Il libro racconta alcuni momenti del momento più drammatico del Novecento: la distruzione del popolo ebraico. Al centro del volume una pagina forse meno conosciuta della storia della shoah, ossia la deportazione femminile. Uomini e donne furono ugualmente “sommersi”, ma le donne subirono violenze che le depredarono anche della loro femminilità. Partendo dalle leggi razziali del 1938, La Bertolo spiega il clima di emarginazione crescente che colpì gli ebrei. Racconta poi le feroci stragi del Lago Maggiore, soffermandosi soprattutto su alcuni personaggi femminili. Ricorda la grande razzia degli ebrei nel ghetto di Roma e l’unica donna sopravvissuta, Settimia Spizzichino. Il libro ricorda poi le prime testimonianze femminili con gli scritti di Luciana Nissim, Giuliana Tedeschi, Liana Millu, Frida Misul, Alba Valech e termina con le voci di oggi: Edith Bruck, Goti Bauer e Liliana Segre.
In riferimento al mondo femminile, Primo Levi ebbe modo di scrivere: “La loro condizione era assai peggiore di quella degli uomini e ciò per vari motivi: la minore resistenza fisica di fronte a lavori più pesanti e umilianti di quelli inflitti agli uomini; il tormento degli affetti familiari; la presenza ossessiva dei crematori, le cui ciminiere, situate nel bel mezzo del campo femminile, non eludibili, non negabili, corrompono col loro fumo empio i giorni e le notti, i momenti di tregua e di illusione, i sogni e le timide speranze”.

Bruna Bertolo, Rivolese, giornalista e scrittrice di numerosi libri di argomento storico, ha concentrato le sue ricerche soprattutto sulla storia delle donne. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo “Donne nella Resistenza in Piemonte”, “Donne nella prima guerra mondiale. Crocerossine, lavoratrici, giornaliste, femmes de plaisir, eroine, madrine…” e ” Donne e follia in Piemonte. Storie e immagini di vite femminili rinchiuse nei manicomi”.

Chiusura dell’Istituto per le festività

L’Istituto Storico Bellunese della Resistenza e dell’Età Contemporanea rimarrà chiuso da martedì 24 dicembre 2024 a lunedì 6 gennaio 2025 compresi, per le festività natalizie. Le attività riprenderanno regolarmente da martedì 7 gennaio con l’apertura della sede e con le nuove iniziative.

A tutti i soci e amici dell’Istituto rivolgiamo un caloroso augurio per un felice 2025 e ringraziamo quanti ci hanno sostenuto e sostengono, consentendoci di proseguire nel nostro impegno al servizio della cultura, della storia e della memoria.