Archivio mensile:Settembre 2017

Nel cielo di Belluno. Breve storia di Arturo Dell’Oro

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Belluno, estate 1917. Il pilota sul suo aereo

Il primo settembre 1917, il pilota italo-cileno Arturo Dell’Oro, poco più che ventenne, moriva in un’azione di guerra sul cielo di Belluno. Inquadrato nelle fila dell’Aeronautica italiana, di stanza presso l’aeroporto cittadino, decideva, quella mattina, di scagliarsi col proprio velivolo contro un aereo nemico in fuga. La tragica scelta provocava da una parte la morte di due nemici e dall’altra la sua stessa tragica fine.

Il suo sacrificio venne subito letto come un atto di eroismo, quell’eroismo che sempre governi e alti comandi militari cercano per giustificare i conflitti e mantenere salde le motivazioni nell’esercito e nei popoli. La sua figura, anche grazie alla retorica fascista, venne dunque ben presto mitizzata, al punto che nel 1924 gli venne conferita ad memoriam la cittadinanza bellunese e gli venne intitolato lo stesso aeroporto bellunese che ancor oggi porta il suo nome.

I resti dell'aereo di Dell'Oro

I resti dell’aereo di Dell’Oro

In queste ultime settimane, Comune di Belluno, Isbrec, Aero Club di Belluno, ABM e altre realta istituzionali e associative hanno ricordato questa figura con incontri, lezioni, commemorazioni che hanno visto anche il coinvolgimento e la partecipazione del Console cileno in Italia. Tra le diverse iniziative, il primo settembre 2017 l’Isbrec ha consegnato all’Aero Club “Arturo Dell’Oro” alcuni reperti dell’aereo del pilota perché siano esposti presso l’aeroporto di Belluno assieme alla pergamena che ricorda la concessione della cittadinanza onoraria di Belluno a Dell’Oro.

Ma per restituire dignità storica dell'oro001ad Arturo dell’Oro, l’Isbrec e l’Aero Club Belluno “Arturo Dell’Oro” hanno anche inteso dare alle stampe l’opuscolo Nel cielo di Belluno. Breve storia di Arturo Dell’Oro curato da Nicola De Toffol. Il testo, che include la presentazione di Enrico Bacchetti e “Cenni sull’emigrazione italiana in Cile” a cura di Simone Tormen, è corredato da una serie di fotografie che ritraggono il soldato italiano.

Chi fosse interessato, potrà richiedere copia gratuita di tale opuscolo, rivolgendosi all’Aero Club Belluno “Arturo Dell’Oro” o all’Isbrec.

 

Sentiero parlante dei Bersaglieri e dei Partigiani

Sabato 23 settembre 2017, alle ore 10.00 a Longarone, presso la sala consiliare verrà presentato il Sentiero parlante dei Bersaglieri e dei Partigiani. Nato dalla collaborazione dei Comuni di Belluno e Longarone, del Cai Veneto, dell’Isbrec e dell’Anpi, della Fondazione Dolomiti UNESCO e con il patrocinio del Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi, questo progetto, già illustrato a Belluno lo scorso 25 aprile in occasione delle celebrazioni per la festa della Liberazione e per il 70° anniversario del conferimento della Medaglia d’Oro alla città di Belluno per la lotta di Liberazione in provincia, consiste in un percorso che unisce la località di Fortogna al centro di Belluno snodandosi lungo i sentieri che, al di là del valore naturalistico dei luoghi, racchiudono momenti importanti della storia recente del nostro territorio.

Questo percorso, che richiede circa 15 ore complessive di cammino, è stato inserito nella App del CAI Veneto per Smartphone chiamata “Sentieri parlanti”, la cui funzione è quella di audio guida che sviluppa, per ciascun sentiero tematico inserito, i temi del “dove sei e dove puoi andare”, della “storia e segni dell’uomo” e “geologia e paesaggio”. Scritti, audio registrati, immagini e video-clip veicolano i contenuti associati al percorso, rendendo l’esperienza escursionistica più ricca e radicandola nel territorio.

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Profilo di Mariano Mandolesi realizzato da Eronda (1945)

Il Sentiero parlante dei Bersaglieri e dei Partigiani, realizzato per la parte storico da Roberto Mezzacasa (Cai, Isbrec), si snoda lungo il tracciato percorso nel 1917 dai bersaglieri dopo la rotta di Caporetto, mentre tentavano di mettersi in salvo, ma nel contempo queste stesse zone ospitarono nella primavera ed estate del 1944 i partigiani del distaccamento “Pisacane” e successivamente, negli ultimi, durissimi mesi di lotta e Resistenza, il Comando piazza di Belluno. Percorrendo i sentieri si potrà dunque raggiungere la celebre casera de i Ronch, alle spalle del Serva, il monte che fa da cornice alla città di Belluno, dove trovarono rifugio gli oltre 70 bellunesi liberati dal carcere di Baldenich il 16 giugno 1944 per opera di 12 partigiani della “Pisacane”. L’episodio è senza dubbio uno dei più spettacolari della Resistenza bellunese, perché l’eroismo dimostrato dagli uomini del comandante Carlo (Mariano Mandolesi), che riuscirono nella difficile impresa senza sparare neppure un colpo, spinse nella settimane successive centinaia di giovani bellunesi a prendere la strada dei monti e a unirsi alle forze partigiane.

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Casera de i Ronch

Il sentiero parlante raggiunge poi altri luoghi particolarmente significativi per la lotta di Liberazione in provincia, come il bosco delle Castagne, teatro dell’impiccagione di 10 partigiani il 10 marzo 1945 e, ultima tappa del percorso, piazza dei Martiri a Belluno, ove, il 17 marzo dello stesso anno, trovarono la morte 4 uomini impiccati dai nazisti ad altrettanti lampioni della piazza.

Questo percorso si offre dunque come una eccellente opportunità per conoscere luoghi e paesaggi spettacolari e nel contempo storie di dolore e libertà che hanno segnato la storia questo territorio

Nel corso della presentazione che si terrà a Longarone verranno dunque ripercorsi questi eventi e, al termine dell’incontro, chi lo desidera potrà recarsi, in auto o a piedi, dall’ex stazione ferroviaria di Fortogna sino a Pian Cajada dove potrà essere condiviso un momento ricreativo. 

La partecipazione alla presentazione e all’escursione è aperta a tutti.

Visualizza l’invito qui