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ANNULLAMENTO della presentazione del libro “Tra storia, società e cultura”

Siamo spiacenti di comunicare che il previsto incontro di presentazione del  volume Tra storia, società e cultura. Saggi in ricordo di Ferruccio Vendramini, fissato per venerdì 15 dicembre a Ponte nelle Alpi, è ANNULLATO per ragioni indipendenti dalla nostra volontà.

Ci auguriamo di individuare presto una nuova data per poter ricordare la figura di Ferruccio.

Presentazione del libro “Tra storia, società e cultura. Saggi in ricordo di Ferruccio Vendramini”

Il 7 aprile 2018 la scomparsa di Ferruccio Vendramini lasciava l’Isbrec e la cultura bellunese orfana di una delle sue figure più luminose. Per ricordarlo, a cinque anni di distanza Isbrec, Anpi Belluno, Fondazione Vajont, Cgil e Spi-Cgil di Belluno organizzano un incontro pubblico che si terrà venerdì 15 dicembre alle ore 18.00 presso la sala David Sassoli (ex Casa rossa), in viale Roma 70 a Ponte nelle Alpi. Nel corso dell’appuntamento verrà presentato per la prima volta il volume Tra storia, società e cultura. Saggi in ricordo di Ferruccio Vendramini, a cura di Enrico Bacchetti e Franca Cosmai, edito dall’Isbrec nel 2020.
Dopo i saluti delle autorità, e con il coordinamento di Nicola De Toffol (Isbrec), interverranno Paolo Pezzino (presidente dell’Istituto nazionale Parri), Marco Borghi (Iveser) e Gigi Corazzol (storico). Saranno presenti i curatori e alcuni degli autori dei saggi raccolti nel volume. La serata sarà arricchita dalla partecipazione di studiosi e amici che conobbero e lavorarono assieme a Ferruccio e sarà allietata da alcuni intermezzi musicali.
L’incontro vanta il patrocinio della Provincia di Belluno e dei Comuni di Ponte nelle Alpi, Belluno e Longarone.

Ingresso libero

Frutto di quasi due anni di lavoro, il volume, di circa 450 pagine, raccoglie 25 saggi proposti da altrettanti studiosi di storia locale e accademici che negli anni hanno incrociato la propria strada con quella di Ferruccio Vendramini, una delle figure più importanti e influenti nell’ambito della storiografia locale.
Il progetto, nato nella primavera del 2018 voleva essere un omaggio a Ferruccio Vendramini quand’egli era ancora in vita. Dopo la sua scomparsa, l’Isbrec ha voluto comunque dedicare queste pagine come omaggio a chi dell’Istituto è stato per circa vent’anni direttore e, negli ultimi tempi, presidente onorario.
Nel libro, saggi che abbracciano un ambito cronologico che va dal basso medioevo ad oggi, affrontando ambiti diversi, dalla storia propriamente detta all’analisi della società, fino alla cultura.

Indice
Introduzione, Enrico Bacchetti e Franca Cosmai
Belluno tra i giganti. Il soggiorno di papa Lucio III e del Barbarossa a Verona e la bolla papale al vescovo Gherardo De Taccoli, Jacopo De Pasquale
Spigolature d’archivio: Bellunesi illustri nell’archivio della Veneranda Arca di S. Antonio, Giorgetta Bonfiglio-Dosio
Un carme inedito di Pierio Valeriano dedicato a Ludovico Ariosto, Marco Perale
Boschi di Alpago e Vizza di Cadore: il diario della visita di Santo Tron (1566), Antonio Lazzarini
Ancora «tensioni» a Belluno. Appunti su una lite cittadina di meta ’600, Roberto Bragaggia
Il ferro di Cibiana nel Settecento: nuovi documenti, Raffaello Vergani
Perché non si smarischi mai alcuna publica scrittura et per la dovuta restitutione: l’inventario dell’archivio della comunita di Cividal di Belluno del 1712, Orietta Ceiner
Alessandro Giobbe (1800-1867), profilo di un ingegnere a Belluno nella prima metà dell’Ottocento, Paolo Conte
Il ritorno dell’Austria a Belluno nel 1813: i primi giorni di occupazione nelle carte d’archivio, Rita Da Pont
Ascesa e caduta di una famiglia borghese, Giovanni Larese
Il giovane Vittorio Zanon studioso del filosofo Jacopo Stellini, Gregorio Piaia
Aspetti dell’evoluzione storica del volontariato bellunese. Dagli ardori patriottici alla partecipazione laica, Gianmario Dal Molin
Il cinema delle origini in Lombardia. Il pioniere Luca Comerio, Mirco Melanco
Lo strano caso del comandante X** Divertissement storiografico con Ferruccio Vendramini, Francesco Piero Franchi
Gli emigrati italiani e il Brasile di fronte allo scoppio della Grande guerra, Emilio Franzina
Giovanni Comisso nella “Citta di Vita” (1919-1920), Luigi Urettini
Un’altra testimonianza sui “Cento giorni di Pietena”: il diario del partigiano feltrino Giancarlo Zadra, Silvia Miscellaneo
Il governo locale nel Bellunese dopo la Liberazione (1945-1946), Filiberto Agostini
Le prime elezioni libere a Ponte nelle Alpi e il sindaco Antonio Orzes, Paola Salomon
Storie in pendenza, Daniela Perco
Il Vajont nei verbali del consiglio di amministrazione della Sade (1949-1964), Toni Sirena
La classe operaia bellunese degli anni Sessanta, Adriana Lotto
Presidio critico del territorio, Mario Isnenghi
L’associazione veneta per la storia locale (1992-2007), Livio Vanzetto
Lassù tra i mille fior…, Diego Cason
Bibliografia di Ferruccio Vendramini
Indice dei nomi

Vajont. La prima sentenza

Giovedì 30 novembre, alle ore 17.30, presso la Libreria Feltrinelli di Mestre (Centro commerciale Le Barche, piazza XXVII Ottobre), si terrà la presentazione del libro Vajont. La prima sentenza. L’istruttoria del giudice Mario Fabbri, curato da Maurizio Reberschak, Silvia Miscellaneo, Enrico Bacchetti.
Il volume, edito da Cierre e frutto di un progetto coordinato da Maurizio Reberschak e promosso dall’Isbrec, offre a studiosi e appassionati la trascrizione della sentenza istruttoria su cui si incardinarono i processi per il disastro del Vajont.

L’incontro del 30 novembre, organizzato da Fondazione Rinascita, Compagno è il Mondo e Iveser, vedrà la partecipazione dei curatori che dialogheranno con Maurizio Dianese giornalista de “Il Gazzettino”.

Dalla quarta di copertina: Senza il giudice Mario Fabbri, e senza la sua istruttoria, molto probabilmente il processo del Vajont non si sarebbe fatto, o quanto meno si sarebbe svolto con un’altra impostazione e avrebbe preso tutt’altra direzione. Le 458 pagine dattiloscritte depositate al Tribunale di Belluno nel febbraio 1968 costituiscono di fatto la prima ricostruzione storica del Vajont dal 1900 al 1968, rivelando come la Sade si muoveva – con la pratica della mano libera e secondo la logica del profitto a ogni costo – all’interno delle istituzioni dello Stato, grazie alla presenza di funzionari pubblici definiti «pusillanimi, burocrati, compiacenti». Ma raccontano anche le vicende di un procedimento che fece scuola nella giurisprudenza, testimonianza della caparbietà con cui il giudice volle far luce sugli eventi e sulle responsabilità, mosso principalmente da valori morali e per «l’ossequio dovuto alla Giustizia».

L’ingresso è libero.

Presentazione del libro “Lo specchio verde”

Sabato 18 novembre alle ore 18.00, presso la Magnifica Comunità di Cadore a Pieve di Cadore, si terrà la presentazione del libro di Anna Lina Molteni Lo specchio verde. I libri e le montagne di Giovanna Zangrandi (Monterosa, 2023).
L’incontro, curato da Anpi Cadore Sezione “Giovanna Zangrandi” e organizzato assieme a Magnifica Comunità di Cadore, Isbrec e Comune di Pieve di Cadore, vedrà gli interventi di Roberta Fornasier (Archivio Zangrandi) e dello scrittore Giuseppe Mendicino (Isbrec) che parleranno del volume assieme alla sua autrice.

Il libro ha per protagonista Giovanna Zangrandi, pseudonimo di Alma Bevilacqua (1910-1988), figura straordinaria dai molteplici volti: montanara, insegnante, partigiana, alpinista, scrittrice. L’attento lavoro di Anna Lina Molteni approfondisce il contenuto delle opere più conosciute di Zangrandi e di quelle ormai quasi irrintracciabili, anche attraverso lo studio di lettere, diari, racconto e articoli inediti, alla ricerca della più autentica personalità della scrittrice.

Anna Lina Molteni è medico veterinario, specializzata in giornalismo e comunicazione scientifica e socia dell’Isbrec. Autrice di numerosi romanzi, rivela una particolare attenzione alle figure femminili e alla loro condizione nella storia. Tra l’altro, ha pubblicato nel 2021 «L’Ombra dei Walser», romanzo finalista al premio Rigoni Stern 2022. Del 2004 è il libro «L’astuccio delle Ambre», mentre escono nel 2016 «Due donne e una bandiera» e nel 2023 «Nient’altro che un nome».

Ingresso libero.

Escursione a La Mèmora, luogo del libro “I giorni veri, 1943-45” di Giovanna Zangrandi

L’Anpi sez. Cadore “Giovanna Zangrandi”, la Biblioteca civica di Belluno, l’Isbrec e le Guide alpine 3 Cime Dolomiti Auronzo Misurina, organizzano un’escursione in montagna alla località La Mèmora in Val d’Oten (Calalzo di Cadore) sabato 28 ottobre 2023. Il ritrovo sarà a Praciadelàn nei pressi del Bar Pineta alt. 992 alle ore 10.00. Si salirà a piedi alla località La Mèmora dove, dal novembre 1944 al febbraio 1945, riparò il “Distaccamento Mèmora” della Brigata “P. F. Calvi”, costituito dai partigiani: Giovanna Zangrandi “Anna”, Antonio Fiori Moretto “Leo” e Giovan Battista Tabacchi “Lepre”.

Il percorso ha una lunghezza di andata/ritorno di 7,4 km. Con arrivo a 1575 m. per un dislivello di m. 586. La sola andata prevede n. 2 ore di cammino. Difficoltà media: EE. Sarà presente un accompagnatore di Media Montagna. Alle ore 12.30 a La Mèmora introduzione di Giovanni Grazioli, letture di brani tratti dal romanzo di Giorgia Sonego e un ricordo dei tre protagonisti di Roberta Fornasier. Partenza per il rientro alle ore 14:30. Si raccomanda vestiario e calzature adatti all’alta montagna, pranzo a sacco e acqua e si consigliano i bastoncini da trekking. In caso di maltempo l’escursione sarà rinviata.

L’iscrizione è gratuita per un numero massimo di 30 persone partecipanti. È necessario scrivere a biblioteca@comune.belluno.it o telefonare al 0437948093.

L’iniziativa è dedicata alla scrittrice e partigiana Giovanna Zangrandi (Galliera 13 giugno 1910 – Pieve di Cadore 20 gennaio 1988), con l’intento di porre l’attenzione su uno dei luoghi chiave del romanzo autobiografico “I giorni veri” nella forma di diario, riedito quest’anno da Ponte alle Grazie con la prefazione di Benedetta Tobagi. La Mèmora dove incredibilmente vissero nascosti in un anfratto della roccia, coperto da alcuni teli e con mezzi di fortuna, i tre partigiani nel corso dell’inverno ‘44-’45. La visione diretta del luogo, che l’immaginario tramite la lettura del libro produce in ognuno di noi, avrà un effetto molto più realistico e drammatico e le narrazioni a esso legate permetteranno ai presenti di comprendere e sentire meglio e in forma diretta, il rapporto tra la narrativa e il luogo: la Resistenza vissuta lì dove si svolsero i fatti che andremo a ricordare.

Nel 1937 Alma Bevilacqua (Giovanna Zangrandi è lo pseudonimo letterario), dopo la laurea in chimica, le specializzazioni in farmacia e in geologia e la scomparsa dei genitori, lascia la città di Bologna dove viveva per trasferirsi in Cadore. Si stabilisce inizialmente a Cortina d’Ampezzo, dove insegna scienze naturali all’Istituto “Antonelli” e dove vive per 18 anni. In seguito decide, a causa del clima post-bellico ostile nei suoi confronti in Ampezzo, di spostarsi a Borca di Cadore.
L’amore per la montagna, lo sci e l’alpinismo, diventa l’elemento costante della sua vita, insieme alla passione per la scrittura, che poi coltiverà come principale occupazione, pubblicando 11 libri e oltre 400 racconti per i quali ha conseguito vari premi letterari (tra i quali il premio Deledda nel 1954 per il romanzo I Brusaz, il Premio Bagutta Tre signore nel 1958 per il romanzo Il campo rosso, il Premio Resistenza-Venezia per il diario I giorni veri, 1943-45 nel 1963 e il Premio Puccini Senigallia per la raccolta di racconti Anni con Attila). Dopo l’8 settembre 1943 decide, in opposizione al fascismo e al nazismo, di schierarsi con la Resistenza e diventa staffetta partigiana della Brigata “P. F. Calvi”. Attività che svolge anche in pericolose azioni di trasporto di armi e esplosivi, nonché progettando sabotaggi sui ponti della viabilità locale stradale e ferroviaria, per ostacolare spostamenti e rastrellamenti delle forze armate tedesche. Ricercata dagli occupanti e oggetto di una taglia in denaro, vive gran parte di quegli anni in clandestinità svolgendo sempre il suo ruolo, adempiendo gli incarichi assegnatili a rischio della vita. Dopo la guerra è protagonista nell’attività giornalistica locale con “Val Boite” e “Nuovo Cadore”, due periodici che avrebbe voluto far diventare laboratori di politica e cultura, per l’auspicata trasformazione democratica della società. Viste le difficoltà emerse, lascia l’incarico di direttore responsabile e intraprende un altro progetto allo scopo di realizzare un sogno condiviso a suo tempo con Severino Rizzardi, comandante partigiano ucciso dai tedeschi alla fine della guerra: progetta e costruisce, tra il 1946 e il ‘47, con una squadra di manovali, muratori, falegnami e squadratori da lei diretta, il rifugio Antelao sulla sella di Pradonego a 1800 m., a Pieve di Cadore, che cede al CAI di Treviso nel 1951. Dal 1957 decide di cambiare residenza e si trasferisce a Borca di Cadore dove costruisce una casa nella frazione di Villanova nei pressi del bosco e di fronte al monte Antelao. Nel paese trova un ambiente amichevole e favorevole alla sua persona e al suo lavoro di scrittrice. Ben accetta dalla comunità locale, dove rimane per più di trent’anni, vi svolge anche incarichi politici di consigliere e assessore comunale negli anni 1960-64. Dagli anni ‘60 alla morte soffrirà del morbo di Parkinson, che la renderà inabile.

Mostra fotografica “Le memorie del Vajont” e laboratorio creativo “V l’onda lunga”

Il 6 ottobre apre i battenti al Monte di Pietà di via Paradiso a Feltre la mostra Le memorie del Vajont un’esposizione fotografica corredata da un video per ricostruire quei tragici minuti del 9 ottobre 1963.
La mostra, che resterà aperta sino al 20 ottobre, è il frutto di un progetto realizzato nel 2022 dalle classi quinta Liceo Scienze applicate e Liceo Scienze Umane dell’Istituto canossiano paritario “Vittorino da Feltre” di Feltre in collaborazione con il professor Enrico Bacchetti direttore dell’ Isbrec e della prof.ssa Adriana Lotto presidente dell’associazione Tina Merlin che assieme al Comune di Feltre hanno dato il patrocinio; il Leo Club di Feltre ha sponsorizzato l’allestimento della mostra le cui aperture saranno gestite anche grazie all’associazione Il Fondaco.

Lo scopo della quarantina di immagini selezionate dagli studenti e delle didascalie da loro ideate è quello di ricostruire la storia del luogo e la storia dell’uomo, sia prima che dopo la strage del Vajont: infatti a sessanta anni dal disastro i giovani vogliono sensibilizzare e tener viva la memoria ora che, per motivi anagrafici, i testimoni e i superstiti stanno scomparendo.

La mostra potrà esser visitata gratuitamente dalle scuole nelle seguenti mattinate:
Lunedì 9 ottobre
martedì 10 ottobre
venerdì 13 ottobre
lunedì 16 ottobre
martedì 17 ottobre
venerdì 20 ottobre
sempre dalle ore 9:00 alle 12, previa prenotazione ( da far pervenire almeno un paio di giorni lavorativi prima) al seguente link: https://bit.ly/Vajont_visita Oppure su www.istitutocanossianofeltre.org
Non vengono effettuate visite guidate, ma l’allestimento immersivo offre pannelli didascalici e una video ricostruzione del disastro curata da Lorenzo Dal Cortivo.

La mostra è visitabile anche senza prenotazioni, nelle seguenti giornate:
venerdì 6 ottobre 15-18
sabato 7 ottobre 15-18
domenica 8 ottobre 10-12 e 15-18
lunedì 9 ottobre 15-18
sabato 14 ottobre 15-18
domenica 15 ottobre 10-12 e 15-18

Il laboratorio creativo “V l’onda lunga” , condotto dalla professoressa Lara Cossalter, si svolge lunedì 16 ottobre dalle 14.30 alle 16.30 nelle sale del Monte di Pietà ed e rivolto ai bambini dai 7 ai 10 anni contributo di 5 Euro. Iscrizioni al seguente link fino al raggiungimento del numero massimo di 20: https://bit.ly/Vajont_laboratorio .

Collaborazione e solidarietà nella tragedia del Vajont

Csv Belluno Treviso organizza l’incontro dal titolo Collaborazione e Solidarietà nella tragedia del Vajont, che si terrà venerdì 29 settembre 2023 alle ore 17.45 presso la Sala “David Sassoli”/ex-Casa Rossa in Viale Roma n. 70 a Ponte nelle Alpi (BL).

All’indomani del disastro del Vajont (9 ottobre 1963) centinaia di soccorritori e volontari accorsero sui luoghi della tragedia, occupandosi di scavare nel fango per recuperare superstiti e morti, di lavorare alla ricomposizione e identificazione delle salme, di fornire assistenza agli sfollati, ecc. costituendo un grande e corale esempio di solidarietà. L’incontro si presenta come un approfondimento con pensieri e riflessioni attorno a queste tematiche e vedrà la presentazione del libro per adulti e ragazzi La diga più alta del mondo. Vajont 1963 di Paola Zambelli (Michael edizioni, 2023), con lettura di estratti a cura del gruppo Voci di Passaggio e accompagnamento musicale di Manrico Bristot.

L’evento, promosso in occasione delle commemorazioni per il 60° anniversario della tragedia, è parte del programma dell’edizione 2023 della maratona di lettura Il Veneto Legge organizzata dall’Assessorato alla cultura della Regione del Veneto in collaborazione con la sezione regionale dell’Associazione Italiana Biblioteche e l’Ufficio Scolastico Regionale.

L’evento vede i patrocini di Provincia di Belluno, Fondazione Vajont 9 ottobre 1963, Comune di Longarone, Comune di Ponte nelle Alpi, Comune di Belluno e Isbrec.

Ingresso libero
Per informazioni: cendoc@csvbltv.it – 0437 950374

Vajont. 9 ottobre 1963-2023. Per non dimenticare

In occasione del 60° anniversario dalla tragedia del 9 ottobre 1963, il Comune di Mogliano Veneto e l’Associazione Genitori Scuole Cattoliche presentano il progetto “Vajont, per non dimenticare”, realizzato in collaborazione con il Collegio Salesiano Astori e l’Associazione culturale Tina Merlin di Belluno. L’isbrec patrocina, assieme ad altri l’iniziativa e collabora alla sua realizzazione.
Il programma, assai denso, prevede una mostra e una serie di incontri indirizzati a studenti e cittadinanza.
Di seguito, il calendario delle iniziative.

La mostra

Sabato 30 settembre, ore 10.00
I giornali del Vajont
Inaugurazione della mostra fotografica mostra itinerante delle prime pagine dei quotidiani all’epoca del disastro.
A cura dell’Associazione culturale Tina Merlin
Centro Sociale di Mogliano Veneto

Orari di apertura
dal martedì al venerdì, 10.30-12.30
visite per gruppi e Scuole: https://forms.gleIHKmC4BuhNoHzFoAH9
sabato e domenica, 10.30-12.30 / 16.30-19.30
visite per tutta la cittadinanza https://forms gle/WA3VbjSOCPjieV2r6
La mostra rimarrà aperta fino a domenica 15 ottobre

Programma aperto alla cittadinanza

Giovedì 21 settembre, ore 11.00
Le memorie del Vajont
Conferenza stampa di presentazione del progetto, con la partecipazione di: Davide Bortolato, Sindaco di Mogliano Veneto, Roberto Padrin, Presidente Provincia di Belluno e Sindaco di Longarone, Stefano Di Michele, Presidente Comitato AGeSC Astori, Marco Noiman, Associazione culturale Tina Merlin, Francesca Antenucci, Preside Collegio Salesiano Astori, Monica Facchini, Preside Liceo Statale Giuseppe Berto, Renato Migotti, Presidente Associazione Vajont il Futuro della Memoria, Micaela Coletti, Presidente Comitato Sopravvissuti del Vajont
Sala Consiliare, piazza Caduti 8, Mogliano Veneto
Diretta streaming al seguente link: https://www.youtube.com/channel/UChfnSEG6o428kZGV_Lpl5Bg

Venerdì 22 settembre, ore 18.00
Vajont, la diga del disonore
Incontro con il regista Renzo Martinelli
Teatro Collegio Salesiano Astori

Lunedì 9 ottobre ore 10.00
Anniversario della trgedia. Commemorazione dei moglianesi scomparsi e di tutte le vittime del Vajont
Cimitero di Zerman – MoglianoVeneto
La cittadinanza è invitata a partecipare

Lunedì 9 ottobre, ore 21.00
La bambina e la montagna
Lettura scenica dedicata ai bambini del Vajont
Centro Sociale di Mogliano Veneto

Domenica 15 ottobre, ore 16.00
Vajont, una tragedia italiana
Incontro con il Prof. Enrico Bacchetti (Isbrec)
Teatro Collegio Salesiano Astori

Gli incontri sono a ingresso gratuito e prenotazione obbligatoria al link: https://forms.gle/NvT2zQCssXv7b6jY8

Programma per gli studenti

Da lunedì 2 a giovedì 12 ottobre, ore 8.30
Visite guidate sui luoghi della memoria. Museo del Vajont, Chiesa Monumentale di Longarone, Cimitero Monumentale di Fortogna e Diga del Vajont
Progetto didattico per gli studenti delle superiori in collaborazione con la Fondazione Vajont e la Pro Loco di Longarone

Martedì 3 e mercoledì 4 ottobre, ore 8.30
Dalla montagna il tuono, Vajont sessantatré
Incontro con lo scrittore Tommaso Percivale
Progetto didattico per gli studenti delle medie e biennio superiori legato alla figura della giornalista Tina Merlin e alla storia della diga

Giovedì 5 e venerdì 6 ottobre, ore 10.00
Le memorie del Vajont
Incontro con Renato Migotti e Micaela Coletti (testimoni e sopravvissuti della tragedia)
Progetto didattico per gli studenti delle superiori in collaborazione con il Prof. Enrico Bacchetti (Isbrec)

Lunedì 9 ottobre, 10.30
Anniversario della tragedia del Vajont. La storia della diga raccontata ai bambini
a cura dell’Associazione Cittadini per la memoria del Vajont
progetto didattico “Il palloncino del Vajont” per gli studenti delle elementari

Venerdì 13 ottobre, ore 8.00
La frana del monte Toc
Incontro con il Prof. Roberto Francese (Geologo dell’OGS di Trieste)
Progetto didattico per gli studenti delle superiori in collaborazione cn l’Università di Padova

Domenica 15 ottobre, ore 16.00
Vajont. Una tragedia italiana
Incontro con il Prof. Enrico Bacchetti (Direttore Isbrec)
Progetto didattico per gli studenti delle superiori legato alla proiezione del docufilm di Nicola Pittarello

per informazioni: www.astori.it

Giovanna Zangrandi, la natura e gli abitanti del Cadore

L’Anpi sez. Cadore “Giovanna Zangrandi”, la Biblioteca civica di Belluno e l’Isbrec, con il patrocinio del Comune di Pieve di Cadore, hanno organizzato a Pozzale di Cadore (Pieve di Cadore – BL) domenica 24 settembre alle ore 10.00, l’evento Giovanna Zangrandi, la natura e gli abitanti del Cadore.
L’iniziativa è dedicata alla scrittrice e partigiana Giovanna Zangrandi (Galliera 13 giugno 1910 – Pieve di Cadore 20 gennaio 1988). L’incontro, che si svolgerà nei pressi della chiesa di S. Antonio da Padova in via Sopracolle nell’antico borgo di Pozzale, è curato da Giovanni Grazioli direttore della Biblioteca civica di Belluno che ne farà l’introduzione, prevede il seguente programma: letture di brani e racconti tratti dai libri di Zangrandi “Racconti partigiani e no”, “Il campo rosso” e “Racconti del Cadore” proposte da La Compagnia Lavori in Corso, l’intervento di Roberta Fornasier, curatrice dell’Archivio Zangrandi sul tema Pozzaline e altre donne nella letteratura di Zangrandi e, a conclusione dell’evento, le visite guidate alla chiesa di S. Antonio curate da Luigi Da Rù e Letizia Lonzi.
Ci sarà poi un momento conviviale finale per tutti i partecipanti. L’ingresso è libero e aperto alla partecipazione di tutti.

Nel 1937 Alma Bevilacqua (Giovanna Zangrandi è lo pseudonimo letterario), dopo la laurea in chimica, le specializzazioni in farmacia e in geologia e la scomparsa dei genitori, lascia il Bolognese dove era nata per trasferirsi in Cadore. Si stabilisce inizialmente a Cortina d’Ampezzo, dove insegna scienze naturali all’Istituto “Antonelli” e successivamente, nel 1957, a causa del clima post-bellico ostile nei suoi confronti in Ampezzo, a Borca di Cadore nella frazione di Villanova dove edifica una villetta. L’amore per la montagna e i suoi sport diventa l’elemento costante della sua vita, insieme alla grande passione per la scrittura, che poi coltiverà come principale impegno, pubblicando dieci romanzi (prevalentemente con l’editore Mondadori) e oltre quattrocento racconti (su quotidiani e periodici nazionali).
Dopo l’8 settembre 1943 decide, in opposizione al fascismo e al nazismo, di schierarsi con la Resistenza e diventa staffetta e poi combattente partigiana della Brigata P. F. Calvi. Attività che svolge anche in pericolose azioni di trasporto di armi e esplosivi, nonché progettando sabotaggi sui ponti della viabilità locale stradale e ferroviaria, per ostacolare spostamenti e rastrellamenti delle forze armate tedesche. Ricercata dagli occupanti e oggetto di una taglia in denaro, vive gran parte di quegli anni in clandestinità svolgendo sempre il suo ruolo, adempiendo gli incarichi assegnati a rischio della vita. Dopo la guerra, è protagonista nell’attività giornalistica locale con “Val Boite” e “Nuovo Cadore”, due periodici che avrebbe voluto far diventare laboratori di politica e cultura, per la trasformazione democratica della società. Viste le difficoltà emerse, lascia l’incarico di direttore responsabile e intraprende un altro progetto. Si tratta di un sogno condiviso con Severino Rizzardi, comandante partigiano ucciso dai tedeschi alla fine della guerra ad Auronzo di Cadore: progettare e costruire un rifugio alpino sulla sella di Pradonego a quasi 1800 m. sulla montagna sopra Pozzale. Tra il 1946 e il ‘47, coordinando una squadra di manovali, muratori, falegnami e squadratori, edifica il rifugio Antelao e lo gestisce fino al 1951, per cederlo poi al CAI di Treviso. Per questo motivo, nell’occasione, brani e racconti scelti sono ambientati nell’area del borgo cadorino, così come i loro protagonisti. Nell’occasione l’attenzione sarà in generale per le descrizioni zangrandiane della bellezza e della forza della natura e delle donne cadorine.
L’intento della giornata è quello di ricordare una delle partigiane più attive nella lotta di liberazione del Cadore e del Bellunese e una delle maggiori scrittrici e intellettuali italiane del Novecento.

incontrare “Rivoluzione Vedova”

Per l’organizzazione di Fondazione Vedova e M9, con la collaborazione di Isbrec e Auser Belluno, martedì 19 settembre alle ore 18, presso il Museo Civico di Palazzo Fulcis a Belluno, si terrà una conversazione in occasione della mostra Rivoluzione Vedova (visitabile presso M9-Museo del ‘900 a Venezia-Mestre fino al 26 novembre).

Nel corso dell’incontro di Belluno, dedicato all’artista Emilio Vedova che durante il secondo conflitto mondiale operò come partigiano nell’area del Cansiglio, dialogheranno Francesco Piero Franchi (Isbrec, Auser Belluno) e Luca Molinari (Direttore di M9-Museo del ‘900). Interverrà l’assessore alla Cultura del Comune di Belluno, Raffaele Addamiano.

L’ingresso è libero, sino ad esaurimento dei posti, con prenotazione obbligatoria.
Informazioni e prenotazioni: prenotazionimuseo@comune. belluno.it – 0437 913323