Archivio mensile:Marzo 2023

Commemorazione di piazza dei Martiri

Nel quadro del calendario civile del Comune di Belluno, venerdì 17 marzo si svolgerà la commemorazione dei quattro partigiani che il 17 marzo del 1945 furono impiccati dai nazisti in piazza dei Martiri, allora piazza Campedel. I loro nomi: Salvatore Cacciatore, Giuseppe De Zordo, Valentino Andreani e Gianni Piazza.
L’appuntamento, organizzato dal Comune di Belluno in collaborazione con l’Anpi provinciale di Belluno, la Federazione Italiana Volontari della Libertà e l’Isbrec, avrà inizio alle ore 10.50 presso Palazzo Rosso (Municipio cittadino), dove si formerà un corteo che si sposterà in Piazza dei Martiri.
Qui, presso il monumento che ricorda i tragici fatti del 1945, alle ore 11.00 verrà posta una corona presso il monumento alla Resistenza; seguiranno il saluto del Sindaco di Belluno, Oscar De Pellegrin, un intervento di Mattia Bianchet (Presidente della Consulta provinciale studentesca) e l’orazione ufficiale, affidata al prof. Piermario Fop, Coreferente regionale veneto di “Libera” e socio dell’Isbrec.

L’impiccagione dei quattro uomini era la risposta nazista ad un’operazione partigiana che alcuni giorni prima aveva portato all’uccisione di alcuni fascisti bellunesi. I partigiani impiccati, tre bellunesi e un siciliano, non erano responsabili dell’operazione condotta dai compagni e furono dunque impiccati per pura rappresaglia, secondo una modalità tragicamente consueta ai nazisti. La popolazione di Belluno assistette sgomenta ai fatti e i negozi furono chiusi in segno di lutto e protesta. Assai significativa la decisione presa dal vescovo di Belluno Girolamo Bortignon: venuto a sapere dell’esecuzione, accorse in piazza e, nonostante le resistenze dei soldati di Hitler, si fece consegnare una scala che gli permise di salire sui lampioni e dare l’estremo saluto ai quattro uomini. I corpi dei partigiani rimasero esposti per alcuni giorni, simbolo indecente della violenza nazista e dell’assoluto disprezzo per la vita e la dignita dei nemici uccisi.

La cittadinanza è invitata a partecipare 

Presentazione del libro “Una ‘piccola italiana’ in guerra”

In occasione delle celebrazioni in ricordo dei 10 partigiani impiccati al bosco delle Castagne il 10 marzo 1945 e dei 4 partigiani impiccati in piazza dei Martiri il 17 marzo 1945, Comune di Belluno, Isbrec e Anpi-Belluno organizzano la presentazione del libro di Teresa D’Incà Una “piccola italiana” in guerra. Ricordi tra fascismo e lotta di liberazione nell’Oltrardo, a cura di Paola Salomon e con una presentazione di Gioachino Bratti, edito dall’Isbrec nel 2022.

L’incontro si terrà a Belluno, in sala “Bianchi” (viale Fantuzzi) venerdì 17 marzo 2023 alle ore 17.30. Dopo i saluti del Presidente del Consiglio comunale di Belluno, dott. Luciano Bassi, interverranno l’autrice Teresa D’Incà e la curatrice Paola Salomon (Isbrec).

La cittadinanza è invitata.

Quarta di otto figli, Teresa D’Incà nasce a Belluno in una famiglia di contadini della Veneggia nell’Oltrardo. Frequenta la scuola elementare a Fiammoi e continua gli studi in città diplomandosi all’Istituto Magistrale “G. Renier”. Vinto il concorso magistrale, che la immette in ruolo, dopo alcuni anni di insegnamento in Alpago e a Soverzene ottiene il trasferimento alla scuola elementare di Longarone, dove rimane fino al 1970, anno in cui chiede il trasferimento a Trichiana, dove vive dopo il matrimonio. Insegna dapprima a Sant’Antonio Tortal e poi a Cavassico dove chiude la sua carriera scolastica. Nel 2003 l’Amministrazione comunale di Longarone pubblica il suo primo lavoro: Din don, le campane de Longaron in cui sono raccolti i testi dei suoi piccoli alunni superstiti del disastro del Vajont, fotografie di persone scomparse e immagini della Longarone che non c’è più. In seguito pubblica Semplici versi in dialetto per ricordare il nostro passato, una trilogia: N an, na vita (2008); Se era cussì (2013); I boce de na olta (2017).
Questo ultimo lavoro ci porta nei suoi ricordi di “piccola italiana” nata e vissuta nell’Oltrardo bellunese: la scuola e la quotidianità negli anni del fascismo, nei mesi della Resistenza, nei giorni della liberazione.

Scrive Gioachino Bratti nella presentazione: «Qui trovo una Teresa diversa, narratrice di un mondo vissuto da bambina in un periodo di eventi che sovrastano mente e cuore dell’autrice in uno scenario accettato di fatto, senza piena consapevolezza, e di cui solo tempi successivi hanno fatto capire negatività e squallore. Il tutto reso con grande e attenta descrizione, che non tralascia alcun particolare, frutto di una memoria eccezionale, che ha lasciato nella mente e nel cuore della bimba un patrimonio prezioso che in questo scritto trova adeguata espressione».

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10 marzo 1945. Bosco delle Castagne

Dalla collaborazione tra l’Isbrec e il settimanale “L’Amico del popolo” nasce il filmato Impiccàti il 10 marzo, mentre sbocciavano gli anemoni. Guidati dal direttore dell’Isbrec, Enrico Bacchetti, il racconto di quanto avvenne il 10 marzo 1945, quando 10 partigiani vennero uccisi dai nazisti al Bosco delle Castagne, nei pressi di Belluno. Ma a queste dieci vittime ne va aggiunta una, fucilata nel cortile della caserma “D’Angelo”.

Quando ormai la guerra volgeva alla conclusione, la violenza nazista scatenava l’ultima grande ondata di terrore.

Intervista, riprese e montaggio di Luigi Guglielmi (“L’Amico del popolo”)

Commemorazione del Bosco delle Castagne

Come di consueto, anche quest’anno si terrà la commemorazione dei dieci partigiani impiccati dai nazisti il 10 marzo 1945 al Bosco delle Castagne. L’incontro, rivolto a tutta la cittadinanza, si terrà domenica 12 marzo alle ore 10.00 presso il Bosco delle Castagne. L’iniziativa è organizzata dal Comune di Belluno in collaborazione con Isbrec, Anpi, Fvl, e si svolgerà secondo il seguente programma:

celebrazione della S. Messa
saluto del Vicesindaco di Belluno, Paolo Gamba
orazione ufficiale a cura di Franco Ianeselli, Sindaco del Comune di Trento

Il 10 marzo 1945, quale rappresaglia per una operazione partigiana di qualche giorno precedente, 10 partigiani detenuti nelle celle della caserma “D’Angelo” di Belluno furono condotti dai soldati tedeschi al Bosco delle Castagne e lì impiccati ai rami di alcuni alberi, oggi monumento alla barbarie nazi-fascista e luogo di commemorazione di quanti persero la vita in nome della Libertà.
Quel giorno, tuttavia, si contarono 11 vittime, giacché i nazisti, resisi conto di uno scambio di persona, rientrati in caserma provvidero a fucilare nel cortile il partigiano inizialmente indicato nell’elenco delle vittime.
Le vittime: Mario Pasi “Montagna” (nato nel 1913), Joseph (soldato francese), Francesco Bortot “Carnera” (1921), Marcello Boni “Nino” (1921), Pietro Bertanza “Portos” (1925), Giuseppe Como “Penna” (1925), Ruggero Fiabane “Rampa” (1917), Giovanni Cibien “Mino” (1925), Giovanni Candeago “Fiore” (1921), Giuseppe Santomaso “Franco” (1920). Fucilato in caserma: Cibien Giuseppe.

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La cittadinanza e quanti si riconoscono nei valori della democrazia e dell’antifascismo espressi nella Costituzione italiana, sono invitati a partecipare.

Presentazione del libro “Una ‘piccola italiana’ in guerra”

In occasione delle celebrazioni in ricordo dei 10 partigiani impiccati al bosco delle Castagne il 17 marzo 1945, Comune di Belluno, Isbrec e Anpi-Belluno organizzano la presentazione del libro di Teresa D’Incà Una “piccola italiana” in guerra. Ricordi tra fascismo e lotta di liberazione nell’Oltrardo, a cura di Paola Salomon e con una presentazione di Gioachino Bratti, edito dall’Isbrec nel 2022.

L’incontro si terrà a Belluno, in sala “Bianchi” (viale Fantuzzi) venerdì 17 marzo 2023 alle ore 17.30. Dopo i saluti dell’Amministrazione comunale di Belluno, interverranno l’autrice Teresa D’Incà e la curatrice Paola Salomon (Isbrec).

La cittadinanza è invitata.

L’autrice
Quarta di otto figli, Teresa D’Incà nasce a Belluno in una famiglia di contadini della Veneggia nell’Oltrardo. Frequenta la scuola elementare a Fiammoi e continua gli studi in città diplomandosi all’Istituto Magistrale “G. Renier”. Vinto il concorso magistrale, che la immette in ruolo, dopo alcuni anni di insegnamento in Alpago e a Soverzene ottiene il trasferimento alla scuola elementare di Longarone, dove rimane fino al 1970, anno in cui chiede il trasferimento a Trichiana, dove vive dopo il matrimonio. Insegna dapprima a Sant’Antonio Tortal e poi a Cavassico dove chiude la sua carriera scolastica. Nel 2003 l’Amministrazione comunale di Longarone pubblica il suo primo lavoro: Din don, le campane de Longaron in cui sono raccolti i testi dei suoi piccoli alunni superstiti del disastro del Vajont, fotografie di persone scomparse e immagini della Longarone che non c’è più. In seguito pubblica Semplici versi in dialetto per ricordare il nostro passato, una trilogia: N an, na vita (2008); Se era cussì (2013); I boce de na olta (2017).
Questo ultimo lavoro ci porta nei suoi ricordi di “piccola italiana” nata e vissuta nell’Oltrardo bellunese: la scuola e la quotidianità negli anni del fascismo, nei mesi della Resistenza, nei giorni della liberazione.