Archivio mensile:Aprile 2023

Commemorazioni del 1° maggio a Belluno

Il 1° maggio del 1945, ultimo giorno di guerra, due feroci scontri si verificarono a Belluno, il primo a porta Feltre (oggi piazzale Marconi), il secondo in località La Rossa, nei pressi dell’aeroporto cittadino, causando ancora una volta numerose vittime. In ricordo dei caduti e per celebrare i valori della Resistenza espressi nella Costituzione italiana, lunedì 1° maggio 2023 si svolgeranno le consuete commemorazioni.

Organizzati dal Comune di Belluno con la collaborazione di Isbrec, Anpi, Fvl, Comitato onoranze Caduti dell’Oltrardo e Ass. Naz. Famiglie Caduti e Dispersi in guerra, i due momenti celebrativi seguiranno il seguente programma.

Ore 9.00 – Piazzale Marconi
A ricordo dei patrioti Pietro Poletto (Peter), Ardeo De Vivo (Mimi), Oscar Pisciutta (Paolo), Sergio Salomon (Dax), Renato Sottomani (Venerdì), Bruno Tormen (Mario) e Giovanni Sommavilla (Squalet)
Posa di una corona alla lapide dei Caditi
Orazione ufficiale di Sebastiano Marotto (Presidente Commissione consiliare 2^)

Ore 10.00 – Località La Rossa
Santa Messa nella chiesetta
Posa di una corona a ricordo dei Caduti dell’Oltrardo
Saluto di Oreste Cugnach (Presidente del Comitato onoranze)
Orazione ufficiale di Oscar De Pellegrin (Sindaco di Belluno)

La cittadinanza è invitata a partecipare

Resistere, pedalare, resistere

Il 25 aprile, in occasione della Festa della Liberazione, Fiab Belluno, con il patrocinio di Isbrec, Anpi, Comune di Belluno, Comune di Alpago, Comune di Tambre e il sostegno di Fondazione Società Bellunese, organizza la consueta pedalata Resistere, pedalare, resistere. Sui luoghi della Resistenza in Cansiglio e Alpago.

Si partirà dal Cansiglio, che, dal giugno del 1944, fu sede del Comando delle formazioni partigiane della provincia di Belluno, ed in parte di quelle della provincia di Treviso e Udine e che, nel settembre 1944, fu teatro di un grande rastrellamento nazifascista. I partecipanti scenderanno quindi a Spert, con sosta in Piazza Martiri della Libertà per raggiungere poi Tambre per commemorare i 33 partigiani deportati e morti nel campo di concentramento di Mauthausen. Ad ogni sosta, dalla voce di Nanni Dorigo, ascolteremo brani delle Lettere dei Condannati a morte della Resistenza.
Si scenderà quindi a Farra d’Alpago per una pastasciutta antifascista. Dopo il pranzo, rientro a Belluno lungo la ciclabile e conclusione della giornata in Piazza dei Martiri, davanti ai bronzi di Augusto Murer.

Ritrovo: Piazzale della Resistenza h 8:00 – carico delle biciclette sul carrello portabici e partenza in pullman per il Pian del Cansiglio. Arrivo in Cansiglio intorno alle 9 – 9:15 – conclusione della giornata in Piazza dei Martiri a Belluno intorno alle 17:30. La manifestazione avverrà anche in caso di pioggia.

Lunghezza e difficoltà: 42 km, prevalentemente in discesa, ma su strade aperte al traffico. La bicicletta deve essere in perfette condizioni, soprattutto i freni. Obbligatoria camera d’aria di ricambio e attrezzatura per sostituire la camera d’aria, compresa la pompa. Consigliato il casco.

Iscrizione: obbligatoria nel sito www.bellunoinbici.itposti limitati a 36, in quanto il carrello portabici trasporta un massimo di 36 biciclette. Quota di partecipazione: il costo del pullman, se verranno occupati tutti i 36 posti, grazie al contributo della Fondazione Società Bellunese, sarà di euro 10,00. Assicurazione infortuni giornaliera euro 2,00.
L’iscrizione è VINCOLANTE, se, dopo l’iscrizione, intervengono cause di forza maggiore che impediscono la partecipazione, è obbligatorio comunicarlo subito al referente, in modo da lasciare posto a chi sia eventualmente in lista d’attesa. Dopo la chiusura delle iscrizioni non si accettano disdette. Chi si è iscritto e, all’ultimo momento, non partecipa, si impegna a pagare la quota del noleggio del pullman.

Referente: Pierluigi Trevisan – 3442336637 – pierluigi.trevisan@gmail.com

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Casera La Spasema

Una passeggiata e un incontro nel luogo in cui nacque la Resistenza bellunese. Organizzata da Isbrec, Comune di Borgo Valbelluna, Biblioteca civica di Belluno e Anpi “La Spasema”, domenica 23 aprile alle ore 11.00 si terrà un incontro presso la casera “Spasema”, nei pressi di Lentiai.

L’iniziativa è inserita nelle celebrazioni della Festa della Liberazione, si articolerà secondo il seguente programma. Ritrovo alle ore 9.30 nella piazza di Lentiai. Trasferimento in auto verso Colderù e oltre verso la località Il Portico. Dopo aver lasciato l’auto i partecipanti affronteranno una breve passeggiata sino a raggiungere la casera in cui, 80 anni fa e precisamente il 7 novembre 1943, si costituì il primo distaccamento partigiano della provincia di Belluno, intitolato a Luigi Boscarin e successivamente ribattezzato “Tino Ferdiani” dal nome del primo caduto della formazione.

Presso la casera, dopo l’introduzione di Giovanni Grazioli (direttore della Biblioteca civica di Belluno) che si soffermerà sul tema di Valorizzare luoghi e  sentieri della resistenza in provincia di Belluno a partire da Casera La Spasema e i saluti dell’Amministrazione di Borgo Valbelluna, Roberto Tacca (presidente dell’Anpi “La Spasema”) farà una breve Introduzione storica volta a delineare i tratti salienti della Resistenza bellunese. Interverrà poi Nanni Dorigo (Isbrec) che leggerà alcuni passi tratti dal libro di Giuseppe Gaddi, La Spasema. Piccola storia della Resistenza bellunese, testo che narra proprio le vicende che portarono alla formazione del primo distaccamento armato operante in provincia di Belluno. Successivamente, Roberto Mezzacasa (Isbrec) illustrerà un progetto volto a realizzare un percorso storico nelle Prealpi bellunesi, caratterizzati da notevole interesse storico in relazione sia alla lotta di liberazione sia pure ad altri momenti storici.

Qualora le condizioni meteo non consentissero di svolgere l’iniziativa secondo il programma stabilito, l’incontro si terrà, sempre alle ore 11.00, presso la sala della Società operaia di Mutuo Soccorso di Lentiai, in via Mentana, 1.

La passeggiata e l’incontro presso la casera saranno l’occasione per riflettere sulla possibilità di procedere con un progetto di recupero del manufatto, ormai in stato di abbandono, e nel contempo di ritornare col pensiero ad un momento decisivo per la nascita del movimento resistenziale nel territorio bellunese: un buon modo per celebrare la festa che ricorda la caduta della dittatura fascista in Italia e la liberazione del nostro territorio dal dominio nazista.

Poiché il percorso che porterà alla casera sarà in parte su sentiero, i partecipanti sono invitati ad indossare abbigliamento da montagna e calzature adatte.

La partecipazione è libera e gratuita.

Per maggiori informazioni è possibile contattare gli organizzatori scrivendo una mail all’indirizzo istitutobelluno@libero.it o telefonando al numero 3407221949.

Alla ricerca della libertà. Ieri come oggi storie di Resistenza

Per la Festa della Liberazione, martedì 25 aprile, alle ore 17.00, presso la Sala ex Latteria di Bolzano Bellunese si terrà l’incontro Alla ricerca della libertà. Ieri come oggi storie di Resistenza. Organizzato da Circolo 25 aprile, Isbrec, Anpi e Fondazione Società Bellunese, l’appuntamento intende riflettere sul tema della/e Resistenza/e in Italia e nel mondo. Tra letture, canti e filmati, l’occasione per celebrare in modo diverso il il 25 aprile.

Partigiani a Bolzano Bellunese dopo la Liberazione

Nel corso dell’appuntamento, dopo la lettura di testi e poesie legate alle Resistenza nel mondo contemporaneo e l’esecuzione di canti della Resistenza italiana, sarà proiettato il filmato Impiccàti il 10 marzo mentre spuntavano gli anemoni, realizzato per il settimanale l’Amico del popolo dal giornalista Luigi Guglielmi e Enrico Bacchetti, direttore dell’Isbrec.

Visualizza la locandina qui

Ingresso libero. La cittadinanza è invitata a partecipare

Ritorno a casa. Pescantina 1945, dalla deportazione all’accoglienza

Nel quadro delle celebrazioni della Festa della Liberazione 2023, martedì 25 aprile, il Comune di Belluno, in collaborazione con l’Isbrec, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, la Federazione Italiana Volontari della Libertà, il Comitato Onoranze Caduti dell’Oltrardo e l’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra, ha predisposto il programma delle cerimonie commemorative ufficiali, a ricordo e omaggio di quanti combatterono e sacrificarono le loro vite per la Libertà. 

L‘appuntamento è alle alle 9.45, con il ritrovo al pennone di piazza dei Martiri per l’alzabandiera. Di qui si proseguirà in corteo per la deposizione di una corona al Monumento alla Resistenza, con l’intervento del Sindaco, Oscar De Pellegrin, e l’orazione ufficiale a cura di Livio Vanzetto, storico e docente dell’Università degli Studi di TriesteLa Cerimonia sarà accompagnata dalla Filarmonica di Belluno 1867.

Successivamente, alle 11.30, nella sala “Bianchi” di viale Fantuzzi 11, dopo il saluto del Presidente del Consiglio comunale, Luciano Bassi, verrà proiettato Ritorno a casa. Pescantina 1945, dalla deportazione all’accoglienza, un documentario di Dario Dalla Mura e Elena Peloso prodotto da Associazione Memoria Immagine.

L’introduzione sarà curata da Enrico Bacchetti, Direttore dell’Isbrec, con la presenza degli autori.

Pescantina, comune di provincia di Verona, nel 1943 è testimone dei drammatici momenti dopo l’8 settembre, quando i treni di deportati percorrono la linea del Brennero verso i lager nazisti. Ma alla fine della guerra, proprio a Pescantina, ritorneranno centinaia di migliaia di ex deportati e troveranno nel paese e nella cittadinanza solidarietà, aiuto e accoglienza.
Questa è la storia anche di migliaia di giovani soldati bellunesi (4500-5000 secondo le verifiche più attendibili), che, non volendosi piegare alle imposizioni naziste, dopo l’8 settembre 1943 furono costretti a subire la deportazione in Germania nei campi per internati militari. Si tratta di una pagina di storia locale che, seppure in parte studiata, attende di essere meglio approfondita anche attraverso le numerose carte dell’Associazione Nazionale Ex Internati che, per la provincia di Belluno, si conservano presso l’archivio dell’Isbrec.
Il documentario che verrà presentato il 25 aprile, dunque, pur partendo dal contesto veronese evoca vicende che riguardarono anche la nostra terra e che, nel giorno in cui si celebra la Liberazione dal nazi-fascismo, meritano di essere ancora raccontate.

La cittadinanza è invitata a partecipare

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Annarosa non muore. Show multimediale sulla Resistenza in Sinistra Piave

Nel quadro delle celebrazioni della Festa della Liberazione, venerdì 21 aprile 2023 alle ore 20.30 a Mel presso il Palazzo delle Contesse si terrà uno spettacolo promosso da Isbrec, Comune di Borgo Valbelluna e ANPI “La Spasema” (sinistra Piave) dal titolo Annarosa non muore. Show multimediale sui valori della lotta di liberazione nei territori della Sinistra Piave Bellunese nell’anniversario dell’inizio della Resistenza partigiana (1943-1945).

Sul palco si esibiranno Mirco Melanco (contastoriedocente dell’Università di Padova), Romina Zanon (lettricedottoranda a Padova), Vecchie Voci Feltrine. Lo spettacolo si ispira al libro Annarosa non muore di Giovanni Melanco, riedito lo scorso anno da Il Poligrafo Editore (2022) a vent’anni dalla prima fortunata edizione edita da ISBREC (2002), con l’introduzione di Mario Isnenghi e la prefazione della regista documentarista Cecilia Mangini.

La multimedialità sarà la caratteristica di questo spettacolo intervallato da video che vedranno protagonisti Sandro Pertini (Presidente della Repubblica Italiana), Concetto Marchesi (Magnifico Rettore dell’Università di Padova), Paride Brunetti (capo partigiano, “Bruno”), Giuseppe Taffarel (partigiano, “Katin”), Rosina Annetta Bernardi (staffetta partigiana di Revine Lago, “Annarosa”), Giacomo Coppe (giovane partigiano, “Il Bocia”), Giovanni Melanco (capo partigiano “Alfredo”) e molti altri combattenti della Resistenza insieme al gruppo musicale di Mel I Fiori di Bakunin protagonisti dello spettacolo “Annarosa non muore” tenutosi in Malga Salvedella tenutosi il 25 aprile 2012. Ad accompagnare, brani musicali resistenziali (anche con l’immancabile “Bella Ciao”) e letture mirate tratte dal libro che parleranno di fatti avvenuti nella Sinistra Piave bellunese: da Valmorel al Zelant, da Pian delle Femene a Mel, da Belluno a Lentiai .…

Lo spettacolo (a ingresso gratuito), che vuole prima di tutto divertire spiegando alcuni aspetti di storia locale, intende spiegare il primo periodo della Guerra di Liberazione Partigiana: si racconterà come è iniziata la Resistenza bellunese nel periodo sotto il dominio germanico del terzo Reich.

Consultorio femminista tra Pedavena e Feltre

Giovedì 13 aprile, alle ore 18.30, presso Dolomiti Hub in via Monte Vallorca n. 7, Zona industriale di Fonzaso, si terrà l’incontro Consultorio femminista tra Pedavena e Feltre, promosso da Isbrec, Cgil, Spi Cgil, Coordinamento Donne con il sostegno di Fondazione Cariverona.
Dopo l’introduzione di Tiziana Turrin (Spi Cgil Feltre), interverranno Francesca Endrighetti (ricercatrice), Paola Salomon (Presidente Isbrec), Chiara Sacchet (ricercatrice), Denise Casanova (Segretaria Cgil Belluno).
Al centro dell’incontro la ricerca Il consultorio delle donne tra Pedavena e Feltre condotta da Francesca Endrighetti e pubblicata nel numero 1/2022 della rivista “Venetica”, monografico dal titolo Il corpo mi appartiene. Donne e consultori a Nordest, curato da Alfiero Boschiero e Nadia Olivieri.

Nel 1976 un gruppo di donne apre a Pedavena un consultorio autogestito: i dibattiti intorno al referendum per l’abrogazione della legge sul divorzio da un lato, i movimenti femministi dall’altro, avevano saputo condensare le energie di un gran numero di donne pronte a porre se stesse e i propri obiettivi al centro della discussione politica. Tema centrale è il corpo, la sua scoperta e riappropriazione, la sua salute e malattia. Le esigenze della società civile sono accolte dalla politica che riforma istituti del diritto ormai superati e si muove sul versante del welfare. A Feltre, ciò si traduce nell’impegno da parte della giunta di sinistra per l’apertura di un consultorio familiare pubblico. Le forze di minoranza e i responsabili della sanità locale remano contro e il presidio si apre, depotenziato, più di un anno dopo.

Francesca Endrighetti è dottore di ricerca in Studi storici, geografici e antropologici, titolo conseguito nel 2020 presso le università di Padova, Verona, Venezia con la tesi Donne che raccontano di sé. La violenza di genere nelle rubriche di posta di alcune riviste italiane (1965-1975). Si interessa di storia delle donne nel Novecento. Attualmente insegna in un Istituto superiore di Padova. Per «storiAMestre» ha scritto Un confessionale in pubblico? La «piccola posta» nei settimanali femminili (2015). Con la rivista dell’Isbrec «Protagonisti» ha pubblicato i saggi Le italiane scrivono alle riviste. Interpretare la «piccola posta» negli anni Cinquanta e Sessanta (2016), Una cronaca di regime: le massaie rurali fasciste (2017), Il movimento femminile di Coldiretti. Un’analisi attraverso la stampa sindacale (2018).

Via Rasella, le Fosse Ardeatine e il Presidente del Senato

In merito alle recenti affermazioni del Presidente del Senato Ignazio La Russa in relazione all’azione partigiana di via Rasella a Roma (23 marzo 1944) e alla conseguente rappresaglia nazista che alle Fosse Ardeatine portò all’uccisione di 335 antifascisti, partigiani, ebrei e detenuti comuni (24 marzo 1944), l’Isbrec condivide il comunicato dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri di cui è parte.

In merito alle dichiarazioni del Presidente del Senato Ignazio La Russa l’Istituto nazionale Ferruccio Parri-rete degli istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea, per rispetto alla verità storica, dichiara:

  • L’ attacco partigiano di via Rasella fu un legittimo atto di guerra condotto contro una pattuglia di poliziotti altoatesini appartenenti al terzo battaglione Bozen.
  • Il Polizeiregiment Bozen comprendeva tre battaglioni, si era formato nel settembre 1943, subito dopo che i Tedeschi, a seguito dell’armistizio, avevano costituito l’Operationszone Alpenvorland, (Zona di Operazione delle Prealpi), che comprendeva le province di Belluno, Trento e Bolzano.
  • La maggior parte dei suoi membri, a seguito della opzione del 1939, avevano preso la cittadinanza tedesca.
  • Il Bozen non era una banda musicale ma un battaglione di polizia armato di pistole mitragliatrici e bombe a mano, che stava ultimando il suo addestramento.
  • L’età media dei componenti era sui 35 anni (avevano un’età dai 26 ai 42 anni), quindi certamente non delle giovani reclute ma neppure dei semi pensionati.
  • È bene ricordare che gli altri due battaglioni del reggimento Bozen erano stati subito impiegati in funzione anti partigiana in Istria e nel Bellunese, dove si erano resi autori di stragi.
  • Il battaglione oggetto dell’attacco di via Rasella è stato successivamente impiegato in Italia in funzione antipartigiana.
  • A seguito dell’attacco i Tedeschi fucilarono alle Fosse Ardeatine 335 fra antifascisti, partigiani, ebrei, detenuti comuni. Le liste furono compilate con l’aiuto della Questura di Roma.
  • Per tale atto il Questore di Roma, Pietro Caruso, fu condannato a morte dall’Alta Corte di Giustizia per le sanzioni contro il fascismo. La sentenza fu eseguita il 22/9/44.

L’Isbrec, da sempre impegnato in un lavoro attento di ricerca storica, ritiene da parte sua che piegare la storia a strumentali usi politici sia operazione discutibile e di dubbia valenza etica. Auspica dunque che il mondo politico, in particolare le più alte cariche dello Stato, considerino la storia come strumento per comprendere il presente e non come mezzo per giustificare prese di posizione. Ricorda altresì che l’Italia repubblicana è nata sulle ceneri del fascismo grazie all’impegno di migliaia di italiani nella Resistenza.