Addio al tema di storia all’Esame di Stato?

È notizia di questi giorni che la prova scritta di italiano del prossimo Esame di Stato nelle scuole superiori italiane non vedrà alcuna traccia di argomento storico. Certamente il tema storico negli ultimi anni è stato scelto da un numero esiguo di studenti; nei dieci anni dal 2008 al 2017 solamente il 3% dei maturandi vi si è cimentato, risultando l’opzione meno scelta dagli studenti italiani. La decisione di cancellare la traccia di storia, tuttavia, sembra corrispondere all’opinione che lo studio della storia non sia, come invece riteniamo, un elemento essenziale per la formazione culturale e civile di ogni studente.
Per rispondere a questa scelta della commissione del Miur presieduta da Serianni, gli storici italiani hanno firmato un documento che reclama a gran voce una revisione di quanto deciso. L’Istituto Nazionale “Ferruccio Parri”, di cui anche l’Isbrec è parte, ha aderito a tale appello, nella convinzione che non si possa lasciar passare l’idea che lo studio della storia, peraltro già profondamente colpito dalla riduzione delle ore assegnate agli insegnanti, sia di tal scarsa rilevanza da non meritare un adeguato spazio nel corso dell’Esame di Stato.
Riportiamo qui di seguito, dunque, il documento firmato dalle maggiori associazioni di storici oggi operanti in Italia, nei quali anche l’Isbrec si riconosce pienamente.

Il Coordinamento della Giunta centrale per gli studi storici e delle Società degli storici (Cusgr, Sis, Sisem, Sisi, Sismed, Sissco) ha appreso oggi con grande sconcerto delle modifiche riguardanti la prima prova scritta dell’esame di stato (Circolare MIUR n. 3050 del 4 ottobre 2018 e Documento di lavoro della commissione presieduta da Luca Serianni). La scomparsa della tradizionale traccia di Storia dalle tipologie previste per l’esame di maturità sembra seguire un percorso di marginalizzazione della storia nel curriculum scolastico, già iniziato con la diminuzione delle ore d’insegnamento negli istituti professionali. Si tratta di un’immotivata novità che riduce di fatto la rilevanza della Storia come disciplina di studio in grado di orientare i giovani nelle loro scelte culturali e di vita. Svilire in questo modo la specificità del sapere storico nella formazione scolastica significa inoltre accelerare, forse senza rendersene conto, un processo già in atto di riduzione del significato dell’esperienza del passato come patrimonio di conoscenze per la costruzione del futuro.
Questa scelta è stata fatta senza che né il Ministero, né la preposta Commissione abbiano mai consultato gli storici, gli insegnanti e gli studenti, nelle scuole e nel mondo accademico. Ci si chiede dunque come una cauta esigenza di riforma si sia potuta trasformare nella cancellazione del riconoscimento del ruolo di una disciplina che nessuno finora aveva mai contestato, né messo in discussione. Per questo ci sentiamo di chiedere con fermezza una rapida revisione del Documento della commissione Serianni e proponiamo al competente Ministro un incontro immediato per illustrare le ragioni e le modalità mediante le quali emendarlo.

Giunta Centrale per gli Studi Storici
Coordinamento delle Società degli storici (Cusgr – Consulta universitaria Storia greco-romana, Sis – Società italiana delle storiche, Sisem – Società italiana per la storia dell’età moderna, Sisi – Società italiana di storia Internazionale, Sismed – Società italiana degli storici medievisti, Sissco – Società italiana per lo studio della Storia contemporanea)
Associazione Italiana di Public History
Cirse (Centro Italiano per la Ricerca Storico-Educativa)
Istituto Nazionale “Ferruccio Parri”- Rete degli Istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea