È mancato lunedì 20 luglio a 90 anni, il poeta, narratore e pittore bellunese Giovanni Sacchet. Se n’è andato in punta dei piedi, come era il suo stile, nel caldo di questa estate, caldo come il calore che emanavano le sue poesie dedicate “a tutti coloro che hanno un cuore”.
Giovanni Sacchet, nato a Cesiomaggiore il 28 agosto 1924, consegue nel 1944 a Udine il diploma di ragioniere. Tornato a Cesiomaggiore, prende i contatti con Mario Corà, con il quale aveva mantenuto un filo d’intesa, ed entra nel movimento di Resistenza. Il suo compito è quello di registrare i messaggi segreti trasmessi da Radio Londra e di portarli al comando in Pietena sulle Vette Feltrine. Contemporaneamente collabora con la formazione territoriale che faceva capo ad Oreste Gris “Tombion”. Alla fine del 1944 entra nelle Todt, pur continuando a mantenere i contatti con la brigata.
Dopo la guerra svolge il servizio militare nell’Aeronautica, da dove si congeda nel giugno del 1948 per tornare definitivamente alla vita civile. È in quel periodo che inizia a scrivere centinaia di lettere, alcune delle quale diventate poi racconti e poesie d’amore. Impiegato per molti anni alla Cariverona, ha sempre continuato a coltivare la sua profonda passione per le arti.
Lo salutiamo, ricordandolo con i brevi ma struggenti versi della sua poesia Azzurro:
“È come il sole per me / il saluto della tua mano / aperta.”