Severino Rizzardi “Tigre” nelle pagine di Giovanna Zangrandi

Per l’organizzazione di Isbrec, Biblioteca civica di Belluno e Anpi-sez.Cadore e la cura di Giovanni Grazioli, sabato 8 ottobre alle ore 10.00, presso il piazzale dell’Ospedale di Auronzo di Cadore, si terrà l’incontro Severino Rizzardi “Tigre” nelle pagine di Giovanna Zangrandi, dedicato alla figura del partigiano ucciso dai nazisti il 26 aprile 1945, a pochi giorni dalla fine delle ostilità.
L’incontro, che vanta i patrocini dei Comuni di Auronzo, Belluno, Pieve di Cadore e Galliera (Bologna) e della Magnifica Comunità di Cadore, si svolgerà secondo il seguente programma:

Giovanni Grazioli (Biblioteca di Belluno), Introduzione
Enrico Bacchetti (Isbrec), La Resistenza nel Bellunese e in Cadore
La compagnia del Moccolo, Letture tratte dal racconto “Gli ingrassavo le scarpe” e dal libro “Il campo rosso” di Giovanna Zangrandi
Roberta Fornasier, “Tigre” nell’anima e nell’Archivio di Giovanna Zangrandi

Seguirà un momento conviviale.
In caso di maltempo la manifestazione si terrà presso il palazzo Corte Metto di Auronzo.

Severino Rizzardi, figlio di Felice e Rizzardi Maria nacque il 20 ottobre 1917 ad Auronzo (Belluno). Bracciante, boscaiolo, imbianchino, fu partigiano nella brg. “Pier Fortunato Calvi” dal 17 luglio 1944 al 26 aprile 1945, data in cui cadde in combattimento nel tentativo di salvare dei compagni. Operò inizialmente come Comandante del btg. “Bepi Stris” e successivamente ricoprì il grado di Comandante della brigata. Fu decorato con Medaglia d’Argento al V.M. (21 giugno 1972) con la seguente motivazione: «Nella lotta di liberazione, prontamente ed arditamente intrapresa dopo l’armistizio, rivelava belle capacità di animatore e di organizzatore e brillanti doti di coraggio e di iniziativa conseguendo il comando di una brigata di partigiani. Particolarmente si distingueva in azioni di guerriglia efficacemente intralciando i movimenti dei nazisti nella Val Boite. Nelle ultime giornate insurrezionali, colto di sorpresa dal nemico mentre con pochi uomini organizzava il suo comando, si slanciava, con impeto generose ed allo scopo di consentire ai suoi di porsi in salvo, contro l’avversario con la pistola in pugno, cadendo da prode per la libertà della Patria. Auronzo di Cadore (Belluno), 26 aprile 1945».