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Pastasciutta antifascista

Come da tradizione, lo Spi Cgil di Belluno, in collaborazione con Anpi, Isbrec e Rete degli Studenti Medi, invita tutti all’iniziativa Pastasciutta Antifascista che si svolgerà martedì 25 luglio 2023 a Busche di Cesiomaggiore (Pro Loco Busche al lago, in via Piave 5). Numerose le attività, che si svolgeranno secondo il seguente programma:

dalle 14.30
Spettacolo di burattini, di e con Paolo Rech
Fast Fashon, a cura delle ragazze e dei ragazzi della Rete Studenti Medi
Convegno
Democratica, artificiale e intelligente? L’apporto della nuova tecnologia nella comunicazione, nella salute degli anziani, nel lavoro, nella storia. Sfide, opportunità, affidabilità

Ne discutono: Cinzia Maiolini (Cgil Nazionale), Gianfranco Conati (Primario di Geriatria Belluno Ulss 1 Dolomiti), Enrico Bacchetti (Isbrec), Denise Casanova (Segretaria generale Cgil Belluno), Massimo Cestaro (Segretario Spi Cgil Veneto), Maria Rita Gentilin (Segretaria generale Spi Belluno)

dalle 19.15
Pastasciutta Antifascista
gratuita per tutte e tutti

Giovanna Zangrandi a Borca di Cadore tra scrittura e vita

L’Anpi sez. Cadore “Giovanna Zangrandi”, la Biblioteca civica di Belluno e l’Isbrec, in collaborazione con il Comune e la Pro Loco di Borca di Cadore, hanno organizzato nella frazione di Villanova di Borca di Cadore in via Giovanna Zangrandi sabato 12 agosto alle ore 18.00, l’evento Giovanna Zangrandi a Borca di Cadore, tra scrittura e vita. L’iniziativa è dedicato alla scrittrice e partigiana Giovanna Zangrandi (Galliera 13 giugno 1910 – Pieve di Cadore 20 gennaio 1988).

L’incontro, che si svolgerà nei prati adiacenti a quella che fu l’abitazione di Giovanna Zangrandi nella frazione di Villanova di Borca di Cadore, è stato curato da Giovanni Grazioli direttore della Biblioteca civica di Belluno, e prevede il seguente programma:
saluto del Sindaco di Borca di Cadore
Giovanni Grazioli, Profilo biografico di Giovanna Zangrandi
Compagnia del Moccolo, letture di brani e racconti tratti dai libri di Zangrandi “I giorni veri, 1943-45”, “Anni con Attila” “Gente alla Palua” e “Racconti del Cadore”
Roberta Fornasier (Archivio Giovanna Zangrandi), intervento Zangrandi da Cortina d’Ampezzo a Borca di Cadore
Ci sarà poi un momento conviviale finale per tutti i partecipanti.

In caso di maltempo, l’evento si svolgerà presso La Scola nella sala polifunzionale in via don Natale Talamini 27 di Borca di Cadore.

Nel 1937 Alma Bevilacqua (Giovanna Zangrandi in realtà è lo pseudonimo letterario), dopo la laurea in chimica, le specializzazioni in farmacia e in geologia e la scomparsa dei genitori, lascia la città di Bologna per trasferirsi in Cadore, stabilendosi a Cortina d’Ampezzo, dove insegna scienze naturali all’Istituto “Antonelli” e dove vive per 18 anni. Dopo la fine della guerra decide di spostarsi a Borca di Cadore.
L’amore per la montagna, lo sci e l’alpinismo, sono l’elementi costanti della sua vita, insieme alla passione per la scrittura, che poi coltiverà come principale occupazione, pubblicando 10 libri e oltre 400 racconti ricevendo numerosi premi letterari. Dopo l’8 settembre 1943 decide, in opposizione al fascismo e al nazismo, di schierarsi con la Resistenza e diventa staffetta partigiana della Brigata “P. F. Calvi”, attività che svolge in pericolose azioni di trasporto di armi e esplosivi e progettando sabotaggi sui ponti della viabilità locale stradale e ferroviaria, per ostacolare spostamenti e rastrellamenti delle forze armate tedesche. Ricercata dagli occupanti e oggetto di una taglia in denaro, vive in clandestinità svolgendo sempre il suo ruolo, adempiendo gli incarichi assegnatili a rischio della vita. Dopo la guerra, per perseguire un sogno condiviso a suo tempo con Severino Rizzardi, comandante partigiano ucciso dai tedeschi alla fine della guerra, progetta e costruisce, tra il 1946 e il ‘47, con una squadra di manovali, muratori, falegnami e squadratori da lei diretta, il rifugio Antelao sulla sella di Pradonego a 1800 m., a Pieve di Cadore. Dal 1957 decide di cambiare residenza e si trasferisce a Borca di Cadore dove costruisce una casa nella frazione di Villanova nei pressi del bosco e di fronte al monte Antelao. Nel paese trova un ambiente amichevole e favorevole alla sua persona e al suo lavoro di scrittrice. Ben accetta dalla comunità locale, dove rimane per più di trent’anni, svolge anche incarichi politici di consigliere e assessore comunale negli anni 1960-64.

Per questi motivi, nell’occasione, brani e racconti scelti sono prevalentemente ambientati nell’area del Comune di Borca di Cadore, così come i loro protagonisti.

L’intento della giornata è quello di ricordare un’importante figura di intellettuale, una delle partigiane più attive nella lotta di liberazione del Cadore e del Bellunese e una delle maggiori scrittrici italiane del Novecento. La partecipazione è libera e aperta a tutti.

Commemorazione dei partigiani caduti presso il Ponte di S. Felice

Organizzata dai Comuni di Borgo Valbelluna e Sedico con la collaborazione di Isbrec e Anpi, Fvl e Fiap, domenica 16 luglio 2023, alle ore 8.30, presso il Ponte di S. Felice (Borgo Valbelluna – Sedico) si svolgerà la consueta commemorazione degli undici partigiani uccisi in un’imboscata nazista la notte tra il 14 e il 15 luglio 1944.

I patrioti deceduti:
Bogo Alfonso “Kaiser”
Bogo Ermenegildo “Brusa”
Bortot Ernesto “Stanlio”
Dal Farra Enrico “Krich”
Dal Farra Giovanni “Febo”
Dal Farra Graziano “Susto”
De Salvador Samuele “Gigi”
Fenti Vittorino “Cagnara”
Praloran Aldo “Nike”
Tormen Vittorio “Gim”
Reolon Sebastiano “Baracca”

Programma
Ore 8.30 – Ponte di San Felice
Corteo, deposizione corone
orazione ufficiale di Francesco Piero Franchi (Isbrec)

Ore 9:30 – Piazza Martiri – Bribano
Deposizione di una corona al Monumento ai Fratelli Salce

La cerimonia sarà accompagnata dall’esecuzione di brani musicali a cura della Banda “Società Filarmonica di Lentiai”.
Familiari dei Caduti, Autorità, Associazioni combattentistiche e popolazione sono invitati a partecipare.

Il colonialismo italiano e le dichiarazioni del dott. Cirielli

L’Isbrec aderisce al comunicato emesso dall’Istituto nazionale “Parri” – Rete degli Istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, relativo alle recenti affermazioni dell’on. Edmondo Cirielli in merito al colonialismo italiano.

Il dottor Edmondo Cirielli, generale di brigata dei carabinieri in ausiliaria, già consigliere regionale campano, più volte deputato, fondatore e grande organizzatore del partito in cui milita, ha detto il 1° luglio a Roma, nell’ambito di una manifestazione di Gioventù nazionale (movimento giovanile di Fratelli d’Italia) che “sia nel periodo prefascismo sia nel periodo fascismo”, “il governo italiano” e “l’Italia” “in Africa ha[nno] costruito e realizzato”.
Cirielli ha ripetuto il vecchio (e contestato dagli studiosi e dalle studiose) mito dell’“italiano brava gente”: questo in effetti ha costituito l’asse di fondo del suo discorso, visto che a suo parere “l’italiano da sempre è una persona nel suo complesso corretta e che rispetta il prossimo”, perché “noi non siamo per natura gente che va a depredare e a rubare al prossimo, anche per un fatto culturale, perché la nostra cultura antica e millenaria non ci fa essere un popolo di pirati che vanno in giro a depredare il mondo”.
Tuttavia, non c’è solo questo. Egli ha più precisamente affermato, non si sa su quali basi documentarie, che “nei suoi cento anni di colonie” (ma sono stati molti meno: dal 1882 al 1943) l’Italia con tutti i suoi governi liberali e fascisti non ha fatto quello che tutte le altre potenze coloniali europee fecero, cioè sfruttare il Continente nero, e in particolare non vi ha commesso crimini.
In realtà, sia l’Italia liberale sia l’Italia fascista non solo hanno fatto almeno quanto facevano le altre potenze coloniali, ma si sono anzi distinte per politiche particolarmente repressive. In particolare, il regime fascista ha condotto in Libia nel 1929-1931 pesanti operazioni militari anche costruendo una rete di campi di concentramento in cui ha segregato per anni parte della popolazione della Cirenaica. Mussolini ha poi scatenato nel 1935-1936 contro l’Etiopia una guerra di aggressione nel corso della quale l’Italia fascista ha fatto uso di gas tossici vietati dalle norme internazionali che pure il regime aveva siglato. Spietata poi la repressione della resistenza etiope da parte di Rodolfo Graziani, viceré d’Etiopia, governatore generale e comandante delle truppe, soprattutto dopo l’attentato contro la sua persona del 19 febbraio 1937: in quella giornata migliaia di civili furono sommariamente giustiziati.
Più in generale il colonialismo italiano ha contribuito assai poco allo sviluppo dei territori che ha occupato, come dimostrava per esempio – alla fine del suo dominio e a differenza delle altre potenze coloniali europee – l’insignificante numero di nativi laureati che ha lasciato in quelle terre, cosa che vi ha reso più difficile la costruzione di una classe dirigente e lo sviluppo postcoloniale.
La ricerca storica (cui nei suoi decenni di attività l’Istituto nazionale Ferruccio Parri ha fortemente contribuito) ha da tempo smentito, sulla base di una documentazione sempre più numerosa, l’affermazione di un carattere particolarmente “bonario” del colonialismo italiano, e dispiace che un politico italiano di lungo corso come Cirielli abbia riproposto tali stereotipi.
L’on. Cirielli è viceministro degli Esteri della Repubblica italiana. Ci chiediamo come possano reagire ad affermazioni che difendono quell’eredità al di fuori di una corretta valutazione dei fattori storici quei governi africani, ovviamente sensibili a condannare l’eredità del colonialismo europeo (e italiano), a favore dei quali la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni da tempo sta ripetendo di voler lanciare un (ancora non precisato) italiano “Piano Mattei per l’Africa”.

Milano, 4 luglio 2023

Il Presidente Paolo Pezzino
con tutti gli organi direttivi, i collaboratori e le collaboratrici
dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri
Rete degli istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea

Accesso alla Biblioteca dell’Isbrec

Si avvisano gli utenti che a partire dal 26 giugno 2023 e fino a nuova comunicazione, i servizi bibliotecari della biblioteca dell’ Isbrec saranno garantiti tramite:

  • prestito interbibliotecario
  • document delivery
  • prestito individuale previa prenotazione obbligatoria tramite Sebinanext, telefono o e-mail

Sono sospese le consultazioni in sede.

I riferimenti sono i seguenti
tel.: 0437/944929
mail:  istitutobelluno@libero.it

“Fischia il sasso”. Parole in musica del regime fascista

Venerdì 16 giugno, alle ore 18.00, presso la sala Ce.I.S. in via Rugo 21 a Belluno, Enrico Bacchetti terrà la conferenza “Fischia il sasso”. Parole in musica del regime fascista. Partendo da alcuni brani della tradizione musicale fascista, si punterà a spiegare princìpi e valori del fascismo dalle sue origini all’esperienza della Repubblica sociale. Interverrà all’incontro con una propria testimonianza Pietro Sommavilla, ingegnere, alpinista, autore di libri sulle montagne bellunesi.

L’incontro è organizzato dall’Istituto storico bellunese della Resistenza e dell’età contemporanea e dall’Anpi, comitato provinciale di Belluno.

La cittadinanza è invitata

Il meglio tempo. 1893, la rivolta del Fasci nella Sicilia interna

Domenica 11 giugno, alle ore 17.00, presso la sala “Bianchi” a Belluno verrà presentato il libro di Enzo Barnabà Il meglio tempo. 1893, la rivolta del Fasci nella Sicilia interna. L’incontro, organizzato dall’Auser di Belluno con la collaborazione di Isbrec, Heliopolis, vedrà la partecipazione di Francesco Piero Franchi (Isbrec) che dialogherà con l’autore. L’ingresso è libero.

Il libro
Nel 1893, quando gli iscritti al Partito socialista si contano in alcune decine di migliaia, in Sicilia ha luogo un’imponente quanto tumultuosa crescita delle organizzazioni legate ai Fasci dei Lavoratori che, a fine anno, giunsero – si disse allora – ad avere 300mila aderenti, dando vita forse al “più grande movimento popolare del XIX secolo in Europa dopo la Comune”, è stato sostenuto, che impressionò i contemporanei e che ha lasciato tracce non trascurabili in Sicilia e nell’intero Paese. Nella Sicilia interna, “isola nell’isola” connotata dal latifondo e dalle miniere di zolfo, nella quale operano coraggiosi dirigenti che devono far fronte all’offensiva mafiosa e padronale anche mediante un’azione pedagogica sui lavoratori, l’incontro tra le masse popolari locali e il socialismo fu però interrotto sul nascere dal precipitare degli avvenimenti. L’auspicata nuova società – quella che un poeta popolare dell’epoca chiamava “il meglio tempo” – diventava una lontana prospettiva. E la frattura tra le due Italie veniva ulteriormente accentuata.
Così parla del libro lo scrittore e giornalista Matteo Collura: “Dopo averlo letto, ho deciso di conservare Il meglio tempo. 1893, la rivolta dei Fasci nella Sicilia interna dello scrittore e storico Enzo Barnabà, tra gli strumenti di lavoro prezioso della mia biblioteca. Si tratta di un libro utile ma anche gradevolissimo nella lettura, con belle immagini e chiare cartine. Se ne ricava che tocca sempre agli emarginati la sorte di subire i soprusi, la negazione dei beni e dei diritti”.

L’autore
Nato a Valguarnera (Enna) nel 1944, Enzo Barnabà è scrittore di saggi storici e romanzi, ha insegnato in vari licei del Veneto (in provincia di Belluno) e della Liguria. È stato lettore di Lingua e letteratura italiana presso le Università di Aix-en-Provence e insegnante-addetto culturale ad Abidjan, Scutari e Niksic. Vive a Grimaldi di Ventimiglia. Ha pubblicato, tra gli altri, per Infinito edizioni: Morte agli italiani! (2008), Il Partigiano di Piazza dei Martiri (2013) dedicato a Salvatore Cacciatore “Ciro” impiccato il 17 marzo 1945 a Belluno, Il sogno dell’eterna giovinezza (2014), Aigues-Mortes, il massacro degli italiani (2015); Il Passo della Morte (2019, con Viviana Trentin); Il sogno babilonese (2020).

Benedetta Tobagi, La Resistenza delle donne

In occasione della Festa della Repubblica, venerdì 2 giugno, alle ore 17.30 nella Sala “Zanardelli” della Prefettura, con i saluti del Prefetto Mariano Savastano e del Direttore dell’Isbrec Enrico Bacchetti la scrittrice Benedetta Tobagi presenterà il suo ultimo libro La Resistenza delle donne, Einaudi, 2022. L’autrice dialogherà con Mirta Amanda Barbonetti, componente del direttivo Isbrec, traduttrice e saggista. Alcuni passi del libro saranno letti dalla poetessa Serena Dal Borgo

La storia delle donne italiane ha nella Resistenza e nell’esperienza della guerra partigiana uno dei suoi punti nodali, forse il più importante e Benedetta Tobagi ne ricostruisce la vicenda con una serie di storie in cui parlano le fotografie trovate nei molti archivi storici. Il libro possiede il rigore della ricostruzione storica, ma anche una straordinaria passione civile che fa muovere le vicende raccontate sullo sfondo dei problemi di oggi: qual è il ruolo delle donne, come affermare la propria identità in una società patriarcale, qual è l’intersezione tra libertà politiche, di classe e di genere, qual è il rapporto tra Resistenza civile e armata, tra la scelta, o la necessità, di combattere e il desiderio di pace?

L’autrice: Benedetta Tobagi è nata a Milano nel 1977. Laureata in Filosofia, Ph.D in Storia presso l’Università di Bristol, continua a lavorare sulla storia dello stragismo. È stata conduttrice radiofonica per la Rai e collabora con il quotidiano la Repubblica. Dal 2012 al 2015 è stata membro del Consiglio di amministrazione della Rai. Si occupa di progetti di didattica e formazione docenti sulla storia del terrorismo con la Rete degli archivi per non dimenticare. Per Einaudi ha pubblicato Come mi batte forte il tuo cuore. Storia di mio padre (2009 e 2011), Una stella incoronata di buio. Storia di una strage (2013-2019) e Piazza Fontana. Il processo impossibile (2019). Nel 2020 era stato pubblicato per le Edizioni Piemme, Giona, presentato lo scorso giugno a Belluno, all’interno della rassegna Giardino Buzzati.

L’incontro, inserito nel calendario di Reteventi 2023, è organizzato da Isbrec, Anpi di Belluno e Fondazione Società Bellunese con il patrocinio di Provincia di Belluno e Consiglierà di Parità e la collaborazione della Prefettura di Belluno. 

L’incontro è ad ingresso libero fino ad esaurimento dei posti. È consigliata la prenotazione alla email: istitutobelluno@libero.it o chiamando il numero di tel. 0437 944929.
Prima dell’incontro o alla sua conclusione sarà possibile acquistare una copia del libro presso la sede dell’Isbrec (piazza delle Erbe, n. 24).

Giovanna Zangrandi, la natura e gli abitanti del Cadore – Rinvio

A causa delle cattive condizioni meteo annunciate per i prossimi giorni, siamo spiacenti di comunicare che l’incontro Giovanna Zangrandi, la natura e gli abitanti del Cadore previsto sabato 20 maggio 2023 alle ore 10.00 a Pozzale di Cadore non potrà aver luogo.
L’iniziativa è posticipata a data da definire.

Giovanna Zangrandi, la natura e gli abitanti del Cadore

Prosegue l’impegno di Isbrec, Biblioteca civica di Belluno e Anpi Cadore per la riscoperta della scrittrice e partigiana Giovanna Zangrandi. Dopo gli appuntamenti di Rizzios e Auronzo, il nuovo incontro dal titolo Giovanna Zangrandi, la natura e gli abitanti del Cadore si svolgerà sabato 20 maggio 2023 alle ore 10.00 a Pozzale di Cadore, presso la chiesa di S. Antonio da Padova.

L’incontro, curato da Giovanni Grazioli (BCB), vedrà la partecipazione della Compagnia del Moccolo con letture tratte da Racconti partigiani e no, Il campo rosso e Racconti del Cadore. Interverrà poi Roberta Fornasier (Archivio Zangrandi) parlando di Pozzaline e altre donne nella letteratura di Zangrandi.

Al termine, Letizia Lonzi (Magnifica Comunità di Cadore) e Luigi Da Rù accompagneranno i presenti nella visita guidata della chiesa di S. Antonio da Padova.

Al termine è previsto un momento conviviale.

In caso di maltempo l’evento sarà rinviato a data da destinarsi.
La partecipazione è libera.