Archivi categoria: News

Un volume promosso dall’Isbrec selezionato per il Premio Letterario Leggimontagna

Entra nel vivo Leggimontagna, il premio letterario dedicato all’editoria, alla cultura e ai protagonisti delle terre alte, che quest’anno vede tra i candidati per la categoria saggistica anche il volume “Vajont. La prima sentenza. L’istruttoria del giudice Mario Fabbri” a cura di Maurizio Reberschak, Silvia Miscellaneo ed Enrico Bacchetti, edito da Cierre e promosso, tra gli altri, dall’Isbrec.

La cerimonia di premiazione si terrà a Malborghetto (UD), sabato 26 ottobre, alle ore 17.00 presso Palazzo Veneziano in via Bamberga 53. Insieme agli autori e agli editori si scopriranno le classifiche dei titoli vincitori, selezionati dalle giurie tra le 93 opere che hanno partecipato al concorso nelle categorie narrativa, saggistica e guide; in collaborazione con la Fondazione Dolomiti Unesco verrà assegnato il premio speciale Dolomiti Unesco al saggio maggiormente rappresentativo dei valori del patrimonio mondiale.

Nella categoria saggistica si contendono il premio: “Bioavversità” di Giannandrea Mencini (Kellermann Editore), “Vajont. La prima sentenza. L’istruttoria del giudice Mario Fabbri” a cura di Maurizio Reberschak, Silvia Miscellaneo ed Enrico Bacchetti (Cierre Edizioni), “Terra italiana” di Andrea Di Michele (Laterza), “Sottocorteccia” di Pietro Lacasella e Luigi Torreggiani (People), “La Valle d’Incaroio. Paularo, Carnia” di Egidio Screm (Gaspari Editore).

Ingresso libero

Il Partito Socialista e il Partito d’Azione nella Resistenza

Sabato 26 ottobre 2024, alle ore 17.00, presso la Biblioteca civica Bertoliana, sede di palazzo Cordellina, sala Dalla Pozza, in Contrà Riale 12 a Vicenza si svolgerà l’inoctro dibattito “Il Partito Socialista e il Partito d’Azione nella Resistenza“, organizzato da Circolo Toni Giuriolo, Anpi Vicenza, AVL Vicenza, Aned, Ass. Naz. Ex Internati e Fondazione Monte di Pietà di Vicenza e con il patrocinio del Comune di Vicenza.

All’incontro prenderanno parte quali relatori Andrea Ricciardi  e Renato Camurri. Seguiranno gli interventi di Sonia Residori, Adriana Lotto e Nico Rossi. Modera Alba Lazzaretto.

Ingresso libero

Convegno “Matteotti e i socialisti veneti”

Giovedì 31 ottobre 2024 alle ore 9.30, presso la sala Paladin, Palazzo Moronia a Padova si svolgerà il convegno valido anche come incontro di formazione per docenti di ogni ordine e grado “Matteotti e i socialisti veneti dalla Guerra di Libia al fascismo (1911-1924)“. L’appuntamento è organizzato da Centro Studi Ettore Luccini, Fondazione Società Nuova e Istituto Nazionale Ferruccio Parri e vanta il patrocinio del Comune di Padova.
La partecipazione è libera e gratuita.

Programma

ore 09.30
Accoglienza e saluti dell’Assessore alla cultura Andea Colasio
Introduzione
Emilio Franzina intervista Valentino Zaghi
I socialisti di Belluno e Feltre prima e dopo l’avvento del fascismo, Adriana Lotto
Socialisti e repubblicani a Treviso tra guerra e dopoguerra, Livio Vanzetto
Armando Furian e Gino Panebianco, socialisti padovani al tempo di Matteotti, Dario Verdicchio
Pace, lavoro, diritti. Le socialiste venete, Maria Teresa Sega
Dalle certezze al dubbio, dai proclami rivoluzionari al silenzio: i socialisti veneziani, Giovanni Sbordone

ore 15.00
Il caso di Arpalice Cuman Pertile, Liliana Contin
Al governo della città: i socialisti veronesi tra il 1914 e il 1922, Federico Melotto
Il socialismo polesano al tempo di Matteotti, Luigi Contegiacomo
Riformisti e massimalisti di Vicenza: Luigi Faccio e Domenico Piccoli, Emilio Franzina

ore 17.30
TAVOLA ROTONDA con Matteo Millan, Gian Paolo Romanato e Oscar Gaspari

Oltre i confini del Cadore. Prè Carlo De Luca (1830-1922)

Sabato 26 ottobre, alle ore 18.00, presso La Scola a Borca di Cadore verrà presentato il volume “Oltre i confini del Cadore. Prè Carlo De Luca (1830-1922). Sacerdote, patriota, rimbischitore” (Isbrec 2024). Il libro, curato da Enrico Bacchetti, Francesco Piero Franchi e Letizia Lonzi raccoglie otto saggi che tratteggiano la figura del sacerdote cadorino Carlo De Luca, intrecciando la sua storia a quella della terra in cui nacque e visse. L’appuntamento, cui parteciperanno curatori e autori, è organizzato da Magnifica Comunità di Cadore, Isbrec, Comune di Borca di Cadore, Pro Loco di Borca di Cadoree Fondazione di ricera “Giuseppe Siotto”.

Ingresso libero

La storia del Cadore contemporaneo, così ricca di vicende politiche, ha i suoi protagonisti: tra questi, uno dei più significativi è il sacerdote don Carlo De Luca (Borca di Cadore, 1830-1922). La Magnifica Comunità di Cadore, il Comune di Borca e l’Isbrec hanno unito le loro risorse organizzative e culturali, nell’intento di ricordare degnamente questo longevo intellettuale cadorino, che fu patriota, insegnante, botanico, organizzatore culturale: è nata così nell’agosto 2022 un’esposizione documentaria, a cui ha fatto seguito in ottobre un convegno di studi, per dare finalmente una più ricca e aggiornata conoscenza di questo importante personaggio, fin qui forse più famoso che indagato nella sua complessità.
Questo volume, naturale esito di quella esposizione e di quel convegno, appartiene a una significativa collana dell’Isbrec dedicata alla storia della montagna veneta, una regione complessa nei suoi problemi e nelle sue singolari caratteristiche, e si presenta come un lavoro di gruppo, che ha impegnato studiosi di diverso profilo specialistico, e amministratori pubblici, e organizzatori di cultura, e la disponibilità degli eredi: l’intento è stato quello di offrire un lavoro comunitario utile per la conoscenza tanto dell’uomo De Luca, quanto dell’ambiente in cui è nato e che così profondamente ha amato. La poliedrica personalità di don Carlo De Luca torna a rivivere, illuminata da indagini che hanno certo modernità di metodo e obiettività di ricerca, ma non nascondono l’intento di rinnovare una affettuosa consapevolezza comune dell’importanza del personaggio storico e umano che offrono al Lettore.

L’Italia occupata. 1917-1918. Friuli e Veneto orientale da Caporetto a Vittorio Veneto

Sabato 12 ottobre, alle ore 17.15, presso la sala “Bianchi” in viale Fantuzzi a Belluno si terrà la presentazione del libro di Gustavo Corni L’Italia occupata. 1917-1918. Friuli e Veneto orientale da Caporetto a Vittorio Veneto“. Nel corso dell’incontro, organizzato da Isbrec e Gaspari editore, l’autore, già docente di storia contemporanea presso l’Università di Trento, ne discuterà con Adriana Lotto (Isbrec), tra le maggiori studiose bellunesi di storia della Prima guerra mondiale.

L’ingresso è libero

Il libro
Fra fine ottobre e i primi di novembre del 1917 la popolazione del Friuli e del Veneto a Est del Piave fu travolta da due successive inarrestabili ondate: la prima delle colonne di soldati e mezzi militari italiani in ritirata dopo la rottura del fronte a Caporetto, e pochi giorni dopo la seconda degli austro-ungarici e germanici vincitori. Di una popolazione stimata attorno al milione di persone circa 230.000 riuscirono a mettersi in salvo; gli altri in larga maggioranza abitanti delle campagne restarono aggrappati alle loro case, ai loro poderi.
Per un anno quasi esatto nel territorio invaso fu attuato uno spietato regime d’occupazione, dapprima in condominio fra i due Imperi centrali, poi da gennaio dalla sola monarchia asburgica. La situazione non si stabilizzò mai; alla prima fase di saccheggi, violenze e soprusi, durata un paio di mesi, fece seguito quasi senza soluzione di continuità un pesante sfruttamento sotto forma di requisizioni delle risorse disponibili sul territorio. Tutto fu, conteggiato, stimato, requisito, e infine consumato in loco dagli occupanti, lasciando solo le briciole alla popolazione occupata. Fra occupanti e occupati si instaurarono complessi rapporti, nei quali giocava un ruolo la reciproca compassione. Ma non mancarono atteggiamenti di odio e di punizione verso i civili.
A seguito di questa spietata politica di sfruttamento la mortalità in quei dodici mesi quasi esatti è pressoché triplicata rispetto alla media dell’anteguerra. Uno sfruttamento che era determinato dalla necessità per Vienna di reperire in loco le risorse necessarie a tenere in vita un enorme esercito (un milione di uomini o più) schierato lungo il Piave e nelle retrovie. In qualche modo i civili e le truppe occupanti finirono per trovarsi sullo stesso terreno: affamati e privi di qualsiasi prospettiva per il futuro. Questo favorì intrecci di relazioni, che non erano unilateralmente di sfruttamento e di sottomissione (e di violenza, in particolare verso le donne), ma che in molti casi erano segnati da reciproca compassione e aiuto.
Il tema è stato finora largamente considerato dalla storiografia, anche a livello locale. La monografia di Gustavo Corni, specialista di storia della Germania nell’Otto-Novecento, si presenta tuttavia come il primo ampio affresco basato su fonti d’archivio austro-germaniche e italiane e su una ricca produzione diaristica, generalmente circoscritta ad un interesse locale. Ne esce un racconto articolato e sfaccettato di una pagina importante, finora trascurata, della storia italiana nella Prima guerra mondiale.

L’autore
Gustavo Corni ha studiato storia e scienze politiche all’Università di Bologna. Dopo aver lavorato come assistente di ricerca all’Università di Venezia dal 1981 al 1988, è stato nominato professore di storia moderna e contemporanea e di storia tedesca all’Università di Chieti dal 1988 al 1992 e all’Università di Trieste dal 1992 al 1997. Dal 1997 fino al suo pensionamento nel 2018, Corni ha tenuto una cattedra di storia contemporanea presso la Facoltà di Sociologia e di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento. È membro dell’International Research Training Group “Political Communication” con sede presso l’Università di Francoforte e dell’International Academic Advisory Board dell’Istituto Wiesenthal di Vienna per gli studi sull’Olocausto (VWI).

L’Italia occupata. 1917-1918. Friuli e Veneto orientale da Caporetto a Vittorio Veneto

Sabato 12 ottobre, alle ore 17.15, presso la sala “Bianchi” in viale Fantuzzi a Belluno si terrà la presentazione del libro di Gustavo Corni L’Italia occupata. 1917-1918. Friuli e Veneto orientale da Caporetto a Vittorio Veneto“. Nel corso dell’incontro, organizzato da Isbrec e Gaspari editore, l’autore, già docente di storia contemporanea presso l’Università di Trento, ne discuterà con Adriana Lotto (Isbrec), tra le maggiori studiose bellunesi di storia della Prima guerra mondiale.

L’ingresso è libero

Il libro
Fra fine ottobre e i primi di novembre del 1917 la popolazione del Friuli e del Veneto a Est del Piave fu travolta da due successive inarrestabili ondate: la prima delle colonne di soldati e mezzi militari italiani in ritirata dopo la rottura del fronte a Caporetto, e pochi giorni dopo la seconda degli austro-ungarici e germanici vincitori. Di una popolazione stimata attorno al milione di persone circa 230.000 riuscirono a mettersi in salvo; gli altri in larga maggioranza abitanti delle campagne restarono aggrappati alle loro case, ai loro poderi.
Per un anno quasi esatto nel territorio invaso fu attuato uno spietato regime d’occupazione, dapprima in condominio fra i due Imperi centrali, poi da gennaio dalla sola monarchia asburgica. La situazione non si stabilizzò mai; alla prima fase di saccheggi, violenze e soprusi, durata un paio di mesi, fece seguito quasi senza soluzione di continuità un pesante sfruttamento sotto forma di requisizioni delle risorse disponibili sul territorio. Tutto fu, conteggiato, stimato, requisito, e infine consumato in loco dagli occupanti, lasciando solo le briciole alla popolazione occupata. Fra occupanti e occupati si instaurarono complessi rapporti, nei quali giocava un ruolo la reciproca compassione. Ma non mancarono atteggiamenti di odio e di punizione verso i civili.
A seguito di questa spietata politica di sfruttamento la mortalità in quei dodici mesi quasi esatti è pressoché triplicata rispetto alla media dell’anteguerra. Uno sfruttamento che era determinato dalla necessità per Vienna di reperire in loco le risorse necessarie a tenere in vita un enorme esercito (un milione di uomini o più) schierato lungo il Piave e nelle retrovie. In qualche modo i civili e le truppe occupanti finirono per trovarsi sullo stesso terreno: affamati e privi di qualsiasi prospettiva per il futuro. Questo favorì intrecci di relazioni, che non erano unilateralmente di sfruttamento e di sottomissione (e di violenza, in particolare verso le donne), ma che i molti casi erano segnati da reciproca compassione e aiuto.
Il tema è stato finora largamente considerato dalla storiografia, anche a livello locale. La monografia di Gustavo Corni, specialista di storia della Germania nell’Otto-Novecento, si presenta tuttavia come il primo ampio affresco basato su fonti d’archivio austro-germaniche e italiane e su una ricca produzione diaristica, generalmente circoscritta ad un interesse locale. Ne esce un racconto articolato e sfaccettato di una pagina importante, finora trascurata, della storia italiana nella Prima guerra mondiale.

L’autore
Gustavo Corni ha studiato storia e scienze politiche all’Università di Bologna. Dopo aver lavorato come assistente di ricerca all’Università di Venezia dal 1981 al 1988, è stato nominato professore di storia moderna e contemporanea e di storia tedesca all’Università di Chieti dal 1988 al 1992 e all’Università di Trieste dal 1992 al 1997. Dal 1997 fino al suo pensionamento nel 2018, Corni ha tenuto una cattedra di storia contemporanea presso la Facoltà di Sociologia e di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento. È membro dell’International Research Training Group “Political Communication” con sede presso l’Università di Francoforte e dell’International Academic Advisory Board dell’Istituto Wiesenthal di Vienna per gli studi sull’Olocausto (VWI).

Concerto in ricordo dei partigiani

Domenica 8 settembre alle ore 20.30, presso la chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista a Pedavena, per l’organizzazione tra gli altri dell’Isbrec, il violinista Paolo Bernardo terrà un Concerto in ricordo dei partigiani.

Programma:
J.S. Bach
Sonata N 1, in sol minore, BWV 1001, per violino solo Adagio; Fuga-Allegro; Siciliana; Presto

Partita N 1, in si minore, BWV 1002, per violino solo Allemanda-Double; Corrente-Double, Presto; Sarabanda-Double; Tempo di Borea-Double

Partita N 2, in re minore, BWV 1004, per violino solo Allemanda; Corrente; Sarabanda; Giga; Ciaccona

Ingresso libero

Paolo Bernardo ha studiato presso il Conservatorio di “S. Cecilia” di Roma, guidato dai due depositari italiani della Scuola di Carl Flesch: Arrigo Pelliccia e Lilia d’Albore. Diploma in violino col massimo dei voti presso il Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna nel 1981 sotto la guida di Giovanni Adamo (scuola di Riccardo Brengola). Ha frequentato a Ginevra dei corsi di perfezionamento di Henrik Szeryng. Diploma a pieni voti e con la lode alla Regia Accademia Filarmonica di Bologna nel 1981, di cui è membro da quell’anno.
Vincitore di due borse di studio (Unione Sovietica e Stati Uniti d’America), ha scelto di perfezionarsi in Unione Sovietica risultando l’unico e primo violinista italiano ammesso nell’Alta Scuola Violinistica di Odessa (scuola di David Oistrach), studiando ivi con i maestri Z. I. Istomina  (Scuola di Mosca, Yuri Yankeleevich) e L. V. Mordkovich (Scuola di Odessa, David Oistrach).
Svolge e ha svolto attività concertistica; è chiamato in qualità di membro nelle giurie di concorsi nazionali ed internazionali. Nel 1983, su invito della Cattedra Violinistica di Odessa, ha tenuto con molto successo un seminario sull’interpretazione filologica delle Sonate e Partite per violino solo di J.S. Bach.
Attualmente occupa la Cattedra di violino e tiene i corsi di storia delle scuole violinistiche, organologia violinistica e musica da camera al Conservatorio “C. Monteverdi” di Bolzano.

Presentazione della collana editoriale “Fotogrammi e storia” alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

Giovedì 29 agosto 2024, alle ore 15.00, in occasione della 81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, lo spazio della Regione del Veneto/Veneto Film Commission (Hotel Excelsior, Lido di Venezia) ospiterà la presentazione della collana editoriale “Fotogrammi e storia” (Il Poligrafo). Fondata nel 2022 da Mirco Melanco e Romina Zanon, la collana comprende i seguenti volumi: Venezia e il Veneto nell’immaginario di Federico Fellini di Fabrizio Borin (2024), Mario Bernardo “Radiosa Aurora”. Una vita dedicata al cinema e alla fotografia di Adriana Lotto, Mirco Melanco, Romina Zanon (2023), e lmmaginare il Veneto. Cinema e territorio nello sguardo di Mario Bertagnin a cura di Lucia Bertagnin (2022). 
I volumi indagano i molteplici elementi connettivi che intersecano gli spazi di convergenza tra cinema, fotografia e storia e il loro impatto sulla memoria privata e pubblica, locale, nazionale e internazionale. Attraverso questa iniziativa ci si propone di portare all’attenzione del pubblico una serie di autori, sguardi e linguaggi del cinema e della fotografia ignorati o dimenticati, se non addirittura mai censiti dalla critica o dalla letteratura scientifica, e, contestualmente, autori più conosciuti che necessitano di studi maggiormente approfonditi.
In particolare, il volume Mario Bernardo “Radiosa Aurora”. Una vita dedicata al cinema e alla fotografia di Adriana Lotto, Mirco Melanco, Romina Zanon (2023), edito anche con il contributo dell’Isbrec, rappresenta l’esito conclusivo del convegno internazionale di studi dedicato alla figura di Mario Bernardo che si è tenuto a Belluno nel febbraio del 2023 per l’organizzazione di Isbrec, Università di Padova, Comune di Belluno e Anpi.
Alla presentazione veneziana della collana editoriale interverranno gli autori Fabrizio Borin, Adriana Lotto, Mirco Melanco, Romina Zanon.

Per informazioni: info@rominazanon.it

I Belumat International raccontati da Giorgio Fornasier alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

Giovedì 29 agosto 2024, alle ore 14.00, in occasione della 81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, lo spazio della Regione del Veneto/Veneto Film Commission (Hotel Excelsior, Lido di Venezia) ospiterà la presentazione dei film prodotti nell’ambito della 33° edizione del “Laboratorio per la realizzazione di documentari” del DAMS dell’Università degli Studi di Padova.
Il Laboratorio ha iniziato la sua attività nell’anno accademico 1991/1992 da un’idea del Prof. Gian Piero Brunetta. Fin da allora gli studenti frequentanti la Facoltà di Lettere hanno utilizzato i sistemi audiovisivi di montaggio per realizzare prima videotesi e videosaggi, successivamente anche documentari. Dal 1991, il responsabile scientifico è il Prof. Mirco Melanco. Alla presentazione intervengono: le/gli autrici/autori dei documentari, il Prof. Mirco Melanco (referente scientifico del Laboratorio e Docente di Cinema del reale e Storia della sceneggiatura presso il DAMS dell’Università di Padova) e Antonio Andreetta (regista e attore). Modera Romina Zanon (artista visiva e docente di Storia e tecnica della fotografia presso l’Università degli Studi di Udine).
Tra le opere presentate, anche il documentario I Belumat International raccontati da Giorgio Fornasier coprodotto dall’Isbrec.

Di seguito i dati essenziali dei documentari che saranno presentati:

L’avventura del reale di Toni Andreetta (2024, 30 min.)
Regia: Manuel Bacca, Linda Crestale, Silvia Strim
Soggetto: Linda Crestale, Mirco Melanco
Sceneggiatura: Linda Crestale
Montaggio: Silvia Strim
Il film esplora la biografia del regista e attore Toni Andreetta, autore di oltre 40 documentari sulla storia e la cultura del Veneto.

I Belumat International raccontati da Giorgio Fornasier (2024, 40 min.)
Soggetto e Produzione: Mirco Melanco
Regia e montaggio: Samuele Grando e Maria Chiara Lavino
Sceneggiatura: Samuele Grando, Maria Chiara Lavino, Antonio Minotti, Giada Tietto, Anna Ziggiotto
Il tema centrale su cui si sviluppa la trama del film è la popolarità internazionale che il duo di musica popolare veneta Belumat ha acquisito in tante nazioni dove sono emigrati i veneti nel corso degli ultimi due secoli.

Belzoni: il tesro nascosto di Padova (2024, 33 min.)
Soggetto e regia: Mirco Melanco
Aiuto-regia: Margherita Curtarello, Sofia Montresor
Sceneggiatura: Maria Vittoria Chimetto, Margherita Curtarello, Sofia Montresor, Beatrice Pizzol
Montaggio: Vanni Cremasco, Sabrina Fiocco, Giovanni Zamengo
Il documentario ripercorre la straordinaria biografia di Giovanni Battista Belzoni, esploratore, ingegnere, pioniere dell’archeologia moderna e dell’egittologia, nato a Padova nel 1778.

Scoprire Marcella Pedone: fotografa a colori in un’Italia senza tempo (2024, 34 min.)
Regia: Eleonora Macchion, Martina Padoan
Aiuto-regia: Michela Geron
Montaggio: Alice De Biasio, Mattia Sardella, Angela Rossiello
Il documentario riscopre la figura della fotografa Marcella Pedone, rimasta nel fuori campo degli studi di settore, nonostante abbia costruito uno straordinario archivio di oltre 170.000 immagini dedicato alla società e al paesaggio italiani dei decenni ’50-’90.

80° anniversario dell’incendio di Pieve d’Alpago

In occasione dell’80° anniverario dell’incendio di Pieve d’Alpago, Comune di Alpago e Biblioteche bellunesi organizzano un incontro volto a ricostruire quella tragica pagina dell’occupazione nazista della provincia di Belluno.

L’incontro si terrà domenica 25 agosto 2024 alle ore 18.00 presso la sala Placido Fabris di Pieve d’Alpago. Dopo i saluti di Alberto Peterle Sindaco di Alpago e Enrico Bacchetti, Direttore dell’Isbrec, interverrà Serena Dal Borgo, ricercatrice storica e socia dell’Isbrec. All’appuntamento prendereanno parte Gaetano Costa e Giancarlo Tomasin, testimoni oculari del tragico episodio.