Prende avvio il ciclo di incontri organizzato per i 60 anni dell’Isbrec e dedicato al tema “Italia: nazione senza confini”. Il primo appuntamento sarà con lo storico Mario Isnenghi sabato 31 maggio alle ore 17.00 presso la sala “Bianchi” a Belluno. Il tema dell’incontro sarà “Il lungo viaggio delle idee di ‘nazione’: Giovine Italia e Italia guelfa, monarchia liberale e impero fascista” e metterà al centro il rapporto tra scuola e nazione.
Sarà una bella occasione per riflettere sulla storia dell’Italia contemporanea e per festeggiare l’Istituto.
Ingresso libero
La copertina di Autobiografia della scuola. Da De Sanctis a don Milani, il volume appena uscito di Mario Isnenghi, mostra un edificio napoletano che è un accumulo di storia: ha ospitato per secoli le scuole dei Gesuiti per l’educazione della classe dirigente; a metà Ottocento vi è anche collocata la redazione della rivista dei Gesuiti “Civiltà Cattolica”, nata per contrastare liberalismo e Risorgimento; con l’Unificazione diventa la sede del liceo Classico Vittorio Emanuele. Accumulo e viluppo di una pluralità di storie d’Italia in cammino. Convergenti o in conflitto. Nella Nazione e senza, contro ed oltre lo Stato nazionale.
Nata democratica con Mazzini – e compatibile con altri risorgimenti nazionali – la Nazione diventa nazionalista, bellicista e imperialista ai primi del Novecento; ma ha già ispirato le politiche coloniali di fine Ottocento; nella lotta contro lo Stato liberale – laico e massonico – i clericali ammorbidiscono via via la nostalgia per il Papa-Re e l’antitesi rispetto alla Nazione, se questa accetta di rientrare nella tradizione e riconoscersi sempre e per sempre guelfa; i fautori dell’Intervento nella Grande Guerra si dividono fra idealisti nostalgici di Mazzini e Garibaldi, e realisti per i quali Mazzini è una vecchia ciabatta e l’imperialismo è un male se è quello di altre Potenze, ma va benissimo se diventa il nostro imperialismo. Il fascismo raccoglie queste aspirazioni: partire dalla Nazione, ma andare oltre i confini della Nazione, conquistando e padroneggiando.
Nella seconda guerra mondiale, il regime e ancor più la Repubblica sociale si rendono subalterni ai Tedeschi, in lizza tutt’al più per le seconde parti di un ‘nuovo ordine europeo’. Questo venir meno dello Stato nazionale – e non solo pavidità personale – implica la divisa tedesca sotto cui si rifugia l’ultimo Mussolini.
Intanto la Patria ricompare come spinta alla guerra di liberazione nazionale e alla Resistenza come Secondo Risorgimento.
La prospettiva del libro di Isnenghi porta a seguire questa storia nazionale, variata e conflittuale, dal mondo della scuola: chi educa chi e a che cosa.