è successo un 68 / 4 – Il sessantotto sequestrato

Isbrec, Istituti “Catullo” e “Segato”, Colophonarte e Casa dei Beni Comuni vi invitano al quarto appuntamento del ciclo è successo un ’68.

presentazione del libroil sessantotto sequestrato

Il ’68 sequestrato
Cecoslovacchia, Polonia, Jugoslavia e dintorni

di e con Guido Crainz

Lunedì 26 novembre, ore 17.30
Aula magna, Istituto “Catullo”
via Garibaldi – Belluno

 

“Nella storia d’Europa dei decenni successivi, il ’68 non ci appare tanto rilevante per quel che avvenne a Parigi oppure a Torino, a Berlino, a Milano o a Trento, quanto per i traumi e i rivolgimenti che segnarono quell’area dell’Europa “sequestrata” dall’impero sovietico.” (Guido Crainz)

Il curatore: già docente di Storia contemporanea all’Università di Teramo e commentatore del quotidiano “la Repubblica”, Guido Crainz (Udine, 19 luglio 1947) nel 2004 ha fondato e diretto, presso l’Università di Teramo, l’Archivio audiovisivo della memoria abruzzese. È autore fra l’altro dei volumi Il paese mancato (2003), Il dolore e l’esilio. L’Istria e le memorie divise d’Europa (2005), Il paese reale. Dall’assassinio di Moro all’Italia di oggi (2012), Storia della Repubblica. L’Italia dalla Liberazione ad oggi (2015).

Il libro: a distanza di cinquant’anni dal simultaneo manifestarsi dei movimenti di contestazione del ’68 in tante parti del Vecchio continente, iniziamo forse a comprendere che per la sua storia successiva sono rilevanti soprattutto i rivolgimenti, i traumi e i processi che segnarono la Cecoslovacchia, la Polonia e altre aree dell’Europa «sequestrata» dall’impero sovietico, per dirla con Milan Kundera. Per molti versi quei rivolgimenti rappresentarono uno spartiacque: la conferma definitiva che il «socialismo reale» non era riformabile.
I processi che attraversarono allora quest’area furono solo apparentemente stroncati a Praga dai carri armati del Patto di Varsavia e in Polonia da una brutale offensiva di regime che assunse violenti toni antisemiti, provocando l’esodo di una ricca comunità intellettuale e di una parte significativa degli ebrei rimasti nel paese dopo la Shoah.
In realtà, pur nel modificarsi di prospettive e di visioni del mondo, si dipanano da allora alcuni esili e al tempo stesso straordinari fili che portano al 1989, passando per Charta 77 in Cecoslovacchia o per il Kor e Solidarność in Polonia. Eppure, in quel fatidico ’68, i giovani, gli intellettuali e i rinnovatori di quei paesi, i sostenitori di un «socialismo dal volto umano», non trovarono nei movimenti studenteschi dell’Occidente quel solidale sostegno che sarebbe stato necessario. Né lo ebbero dai partiti comunisti europei. Perché? E perché in molte ricostruzioni storiche complessive ha prevalso spesso una sostanziale rimozione di questi aspetti? A queste domande e a questi nodi rispondono i contributi del libro: il saggio di apertura di Guido Crainz; quelli di Pavel Kolář, Wlodek Goldkorn, Nicole Janigro, Anna Bravo; e i documenti di studenti e intellettuali di allora, con le successive testimonianze di personalità come Jiří Pelikán, Adam Michnik, Zygmunt Bauman. 

prossimi appuntamenti della rassegna

Sabato 1 dicembre, ore 20.00è successo un '68
Come cantava il ’68
concerto a cura di Stefano Battorti
Casa dei Beni Comuni – Spazio Ex, via T. Vecellio, 82 – Belluno

Lunedì 3 dicembre, ore 17.00
La poesia visiva e la contestazione del linguaggio
con Alfonso Lentini
Aula magna Iti “Segato”, piazza Piloni – Belluno