È appena uscito per i tipi dell’Isbrec il libro di Pompeo De Poli, Un alpino in Grecia, Albania e Montenegro. Diario di guerra novembre 1940 – giugno 1942, a cura di Diego Cason.
Nato nel 1915, Pompeo De Poli fu richiamato alle armi il 28 maggio 1940: Sbarcato a Valona il 24 novembre, si ritrovò nel mezzo di quella guerra voluta da Mussolini per “spezzare le reni alla Grecia”. Una guerra che, invece spezzò migliaia di vite di giovani alpini perché condotta con colpevole superficialità, senza preparazione e senza mezzi. Quando Pompeo arrivò al fronte l’esercito greco era dilagato in Albania meridionale e le truppe alpine contrastavano con grandissime difficoltà la sua avanzata. Solo l’invasione tedesca della Grecia il 6 aprile 1941 salvò l’esercito italiano dalla sconfitta. Dal luglio 1941 Pompeo fu inviato in Montenegro, un paese già dilaniato dai conflitti, preda di guerriglie da guerra civile. Come tutti gli altri alpini si trovò coinvolto in un orribile conflitto nel quale i civili furono colpiti senza pietà da parte di tutti i contendenti.
Era caporalmaggiore radiotelegrafista e per questo motivo girò il Montenegro, che percorse con mezzi di tutti i tipi, su strade più adatte ai muli che ai veicoli. Pompeo racconta la sua vita quotidiana annotando gli eventi più rilevanti. Lo fa con una scrittura minuta e regolare che ci fa percepire le opinioni, il pericolo, i sentimenti e le emozioni che vive. Lo fa senza retorica, senza enfasi con semplice sincerità, portandoci, a bordo di camion scassati o camminando in interminabili marce al suo fianco, lungo i sentieri e le strade dell’Albania e del Montenegro dove la vita delle persone non aveva più valore e il desiderio più intenso era quello di ritornare a casa e ritrovare la pace.
Pompeo riuscì a ritornare a Belluno il 26 luglio 1942 e fu inviato sul fronte francese, ma prima di porre fine al suo servizio militare dovrà attendere l’8 settembre 1943 e il successivo congedo nell’agosto del 1945.