Un protagonista del neorealismo: Marcello Pagliero

Isbrec, Circolo Andrea Caffi e Anpi vi invitano all’incontro Un regista da riscoprire. Un protagonista del neorealismo: Marcello Pagliero, che si terrà giovedì 21 novembre alle ore 18.00 presso la sala “Bianchi” in viale Fantuzzi a Belluno.
L’intento è riscoprire e far riscoprire una figura significativa della stagione più intensa e importante del cinema italiano. L’incontro sarà introdotto da Francesco Piero Franchi e vedrà la partecipazione di Alessandro Pagliero, figlio di Marcello e marito della bellunese Ernestina Del Favero, al cui ricordo la serata è dedicata.
Alle parole seguiranno le immagini, con la proiezione del film Roma città libera, interpretato, tra gli altri, da Vittorio De Sica, Andrea Checchi, Valentina Cortese, Ave Ninchi e il regista Camillo Mastrocinque.
La serata gode il patrocinio del Comune di Belluno.marcello pagliero 21 novembre 2019 def.

Ingresso libero

Marcello Pagliero (Londra, 15 gennaio 1907 – Parigi, 9 dicembre 1980) è stato regista, sceneggiatore e attore italiano, attivo nel nostro Paese e in Francia. Dopo la laurea in Giurisprudenza collabora a diverse riviste e giornali come critico letterario e d’arte, approdando poi al cinema come traduttore di dialoghi per film stranieri, e dal 1940 quale sceneggiatore per film italiani di non grande rilievo.
Nel 1943 passa dietro la macchina da presa; inizia tre pellicole e ne deve abbandonare due per mancanza di finanziamenti e soprattutto per il precipitare degli eventi bellici. Nel 1943, sul set di Scalo merci (uscito poi nel ’46 col titolo Desiderio) incontra Roberto Rossellini, che diventa suo amico e lo fa partecipare, nel 1945, come attore e aiuto operatore, al capolavoro Roma città aperta. Insieme a Rossellini, scrive il soggetto di un’altra opera cardine del neorealismo, Paisà.
Nel 1946 riesce a dirigere il suo primo film, Roma città libera, di ambientazione neorealista, ma in realtà surreale e fiabesco, sceneggiato da Ennio Flaiano, Cesare Zavattini e Marcello Marchesi. Distribuito soltanto due anni dopo la realizzazione, il film si rivelò un insuccesso.
Negli anni successivi si trasfersce in Francia, dove inizia una carriera come attore in diversi film drammatici e noir (oltralpe viene ribattezzato Marcel Paglierò e paragonato al grande Jean Gabin, al quale peraltro somiglia per espressione del viso) e continua quella da regista, dirigendo il suo film più importante, Un homme marche dans la ville, ritenuto da molti il suo capolavoro.
Rientra in Italia verso la metà degli anni cinquanta, per l’unica sua esperienza teatrale (nel 1953 mette in scena La Mandragola di Niccolò Machiavelli) e alcune altre cinematografiche, dirigendo tra 1954-1955 film drammatici come Vestire gli ignudi, Vergine moderna e avventurosi come Chéri Bibi. Ritorna poi definitivamente in Francia, dove dirige altre opere e continua saltuariamente le apparizioni come attore fino al suo ritiro, avvenuto verso la fine degli anni Sessanta.